(the Genoese towers, les tours génoises, las torres de Génova, as torres de Génova, башни Генуэзской, ジェノヴァの塔, 热那亚塔, أبراج جنوى)
Genova tra il XII ed il XIII secolo era costellata di torri: se ne contavano 66 sulle antiche "domus" delle più potenti famiglie cittadine (o meglio, questo è il numero indicato da Luciano Grossi Bianchi ed Ennio Poleggi nel loro libro "Una città portuale del Medioevo"; recenti studi e ricerche hanno elevato il numero a circa 80). Ne rimasero solo 33 alla fine del XV secolo. E' proprio in questo secolo che le fonti documentarie non registrano più l'edificazione di nuove torri e iniziano a comparire atti di demolizioni di torri o altri documenti in cui viene fatto divieto di ricostruire torri andate ormai "dirupte": la città delle torri sta lasciando spazio alla città dei palazzi rinascimentali.
Nel XII secolo la maggior parte delle torri genovesi sorgevano intorno all'antico "castrum", sede del potere vescovile o nella "civitas" nei pressi della Cattedrale di San Lorenzo, le due principali sedi del potere religioso; altre invece sorgeranno nel XIII secolo nel "burgus" (la zona delle attuali Via San Luca e Via del Campo che divengono parte della città a seguito dell'ampliamento della cinta muraria), alcune delle quali impostate sugli archi dei portici della "Ripa Maris".
Elevare torri sopra le proprie "domus" aveva una funzione difensiva-offensiva: ogni gruppo familiare infatti aveva la necessità di proteggersi dagli altri gruppi familiari cittadini. Se infatti le mura della città proteggevano i genovesi dai nemici, le torri all'interno della città proteggevano le famiglie genovesi le une dalle altre, suddividendo per così dire la città in tante piccole fortezze. A questo proposito interessante è vedere nel Codice "B" degli Annali del Caffaro una miniatura che raffigura due torri vicine tra loro, l'una dei Grimaldi e l'altra Spinola, entrambe lungo l'antico "carubeus rectus Sancti Siri" (l'odierna Via San Luca): ai piedi delle stesse (con le spade) e sulla sommità di entrambe (con archi e frecce) si affrontano in battaglia le due famiglie.
Non è un caso quindi che le torri più antiche siano costruite con grandi blocchi di pietra squadrata, provenienti dalle cave di Promontorio, con muri spessi anche due metri ed interni poco spaziosi e quasi del tutto privi di aperture verso l'esterno se non alcune feritoie ai piani alti. Lo loro altezza poteva arrivare anche a quaranta metri.
Nel XIII secolo la funzione prettamente difensiva lascia spazio a quella residenziale: la popolazione cittadina aumenta (da 20.000 a 50.000) e così avviene anche per la cinta muraria che arriva ad estendersi fino a Porta dei Vacca. Le torri altre e strette come quella De Castro o Maruffo, costruite con spessi blocchi squadrati di pietra di promontorio, lasciano spazio a torri in laterizio (i grandi conci squadrati costituiranno solo la base delle stesse) con interni ampli e spaziosi che possono essere abitati: ne è un esempio la Torre Piccamiglio che insiste su Via del Campo. Così accade anche per le feritoie che lasciano spazio a finestre più ampie (bifore o trifore).
Elemento comune a tutte le torri, oltre alla muratura, in pietra di Promontorio e poi in laterizio, era la sommità coronata da una triplice cornice di archetti pensili. Il motivo degli archetti pensili su mensole in pietra, sormontato da una cornice a dente di sega, è presente in quasi tutte le facciate delle chiese dell'epoca, ma la sua ripetizione in ordini sovrapposti è tipica delle torri medievali genovesi.
Oggi le torri presenti nel nostro centro storico ancora in piedi o di cui rimangono segni tangibili nel tessuto urbano cittadino sono una quindicina: la maggior parte di esse infatti sono state demolite, inglobate nei palazzi attigui o hanno mutato la loro originaria funzione difensiva (il campanile di San Giorgio per esempio che nacque torre della famiglia Alberici e solo in seguito cambiò la sua funzione da civile a religiosa).
Inizia qui il viaggio alla scoperta delle torri medievali del centro storico di Genova: esso sarà strutturato come una passeggiata con partenza dall'antico "castrum" dove nel XIII secolo sorgevano le torri dei De Castro e degli Embriaci per arrivare a Via del Campo dove all'epoca finiva la città cinta di mura. Sarà una passeggiata in parte virtuale poiché, come vi spiegavo poco sopra, solo un esiguo numero di torri sono ancora esistenti e visibili nel centro storico genovese. Delle torri ancora esistenti troverete le immagini mentre di quelle di cui nulla rimane vi indicherò il luogo dove le stesse erano posizionate (una sola precisazione: per indicare la loro ubicazione utilizzerò la toponomatica odierna).
Inizia qui il viaggio alla scoperta delle torri medievali del centro storico di Genova: esso sarà strutturato come una passeggiata con partenza dall'antico "castrum" dove nel XIII secolo sorgevano le torri dei De Castro e degli Embriaci per arrivare a Via del Campo dove all'epoca finiva la città cinta di mura. Sarà una passeggiata in parte virtuale poiché, come vi spiegavo poco sopra, solo un esiguo numero di torri sono ancora esistenti e visibili nel centro storico genovese. Delle torri ancora esistenti troverete le immagini mentre di quelle di cui nulla rimane vi indicherò il luogo dove le stesse erano posizionate (una sola precisazione: per indicare la loro ubicazione utilizzerò la toponomatica odierna).
Discorso a parte meritano le torri del "Castello", quelle lungo le mura cittadine, la rinascimentale torre Mirador di Palazzo Nicolosio Lomellino e altre torri più moderne a cui saranno dedicati appositi paragrafi in calce alla presente pagina.
Vi rimando infine alla pagina de i SEGRETI dei VICOLI della GRANDE GENOVA per approfondire la storia delle torri che difendevano Sampierdarena e della torri annesse alle ville di Cornigliano.
INDICE
1. Torre De Castro (comunemente ed erroneamente detta "degli Embriaci")2. Torre degli Embriaci
3. Torre Fulcone De Castro
4. Turris Matonorum
5. Torre Angelotto de Cafara
6. Torre Ugo de Fornari
7. Torre Porchetto Streiaporco
8. Torre Agnese de Dattilo
9. Torre Zaccaria de Castro
10. Torre di Nicola Lecanuptiae
11. Torre Ingone de Volta
12. Torre Ansaldo Mallone
13. Torre di Marco Cattaneo Mallone
14. Torre Bonifacio de Volta
15. Torre Giordano de Volta
16. Torre Bartolomeo Bacemi
17. Torre Enrico Malocello
18. Torre Giorgio Vento
19. Torre Ogerio Vento
20. Torre Alberici
21. Torre Alberico, Gandolfo e Lanfranco Bacemi
22. Torre Zaccaria de Castro
23. Torre Zaccaria De Castro (2)
24. Torre Ottone Leccavela
25. Torre Raffaele Giustiniani
26. Torre Fulcone, Giovanni, Ingo e Simone Marconi
27. Torre Ingone Marcone
28. Torre Corrado Grimaldi
29. Torre Andrea e Daniele Scoto
30. Torre Guglielmo Richieri
31. Torre Pasquale Oliva
32. Torre Rainaldo Sardena
33. Torre Ottone Leccavela
34. Torre Rubeo de Volta (poi di Simonetta de Volta, moglie di Tedisio Fieschi)
35. Torre Nicoloso de Croce
36. Torre Maruffo
37. Torre Porcelli
38. Torre Grimaldina di Palazzo Ducale
39. Torre Oberto de Auria
40. Torre Giacomo e Matteo Doria
41. Torre Fulcone Guercio
42. Torre Balduino Guercio
43. Torre Ansaldo de Nigro
44. Torre Simone Butarius
45. Torre Nicola Squarciafico
46. Torre Squarciafico (Piazza Invrea n. 5)
47.
48. Torre Rubaldo Lercari
49. Torre Belmosto Lercari
50. Torre Usodimare
51. Torre Nicola Usodimare
52. Torre de Nigro (poi Usodimare)
53. Torre di Banchi
54. Torre Ottolino De Nigro
55. Torre de Nigro
56. Giovanni de Nigro
57. Torre Tomaso de Nigro
58. Torre Pietro Manzanelli
59. Torre di Palazzo Brancaleone Grillo
60. Torre delle Vigne
61. Torre Spinola (Vico della Torre di San Luca)
62. Torre Cristiano Spinola
63. Torre Nicolò Grimaldi
64. Torre Grimaldi
65. Torre Tomaso Spinola
66. Torre Ansaldo Embrone
67. Torre Embroni
68. Torre Piccamiglio (Soziglia)
69. Torre Amico Grillo
70. Torre degli Spinola di Luccoli
71. Torre Fieschi poi Cebà
72. Torre Cebà
73. Torre Nicola Embroni poi Morchi
74. Torre Odoardo Guarachi poi Gattilusio
75. Torre di Vico Untoria
76. Torre Piccamiglio (Vico San Marcellino)
77. Torre Ghisulfi
78. Torri del Castello
79. Le torri lungo le mura della città
79.1 Torre e Pusteria di Santa Sabina
79.2 Torre Regia
79.3 Torre di Castelletto
79.4 Torre di Luccoli
79.5 Torre Friolente
79.6 Torre di Sarzano
80. Torre di Palazzo Nicolosio Lomellino
81. Torre della Caserma di Via Mascherona
82. Torre del Castelletto
1. Torre De Castro (comunemente ed erroneamente detta "degli
Embriaci")
Questa torre, alta 41 metri e costruita con grossi blocchi di pietra
bugnata, presenta sottili feritoie nelle cortine murarie per illuminare gli
spazi interni, ma anche per vedere senza esser visti e dunque per scopo
difensivo, e alla sommità è coronata da una triplice cornice di archetti
pensili. Il motivo degli archetti pensili su mensole in pietra, sormontato da
una cornice a dente di sega, è presente in quasi tutte le facciate delle Chiese
dell’epoca, ma la sua ripetizione in ordini sovrapposti è tipica delle torri
medievali presenti a Genova.
Recenti studi hanno dimostrato che questa torre, che comunemente viene
chiamata "Torre degli Embriaci", è in realtà la Torre dei De Castro,
famiglia che qui aveva le proprie case; la vera Torre degli Embriaci è
descritta nel successivo paragrafo.
Nel solco della tradizione che la indicava quale torre degli Embriaci,
venne posta una lapide alla sua base che ricordava che la questa torre - alta
165 palmi - fu risparmiata per rendere omaggio alle gloriose gesta di Guglielmo
Embriaco, detto "Testa di Maglio", condottiero in Terra Santa e
conquistatore delle mura di Gerusalemme nel 1099. Le altre torri cittadine invece
vennero "mozzate" quando il podestà Drudo Marcellino nel 1196 impose un’altezza
massima di venti metri (ottanta palmi) alle stesse.
Ecco le parole che potete leggere sulla lapide:
OPERA DEGLI EMBRIACI, COETANEA DEL PATRIO COMUNE,
DALLE LEGGI NELL'ECCEDENTE SUA ALTEZZA RISPETTATA,
BENCHÉ TRAPASSATA IN CATTANEO, IN SALE, IN BRIGNOLE SALE,
RECANDO AI POSTERI
IN UN COLLA PIAZZA, PALAGIO E VIA, IL NOME DEI FONDATORI,
STA
DI PIETOSO EROISMO E DI CIVILE GRANDEZZA
MONUMENTO E TESTIMONIO.
LUDOVICA BRIGNOLE SALE IN MELZI D'ERIL
V'APPOSE QUEST'EPIGR. NEL MDCCCLXIX.
La Torre de Castro (comumente ed erroneamente chiamata Torre degli Embriaci) (foto di Antonio Figari) |
La Torre vista dal campanile di Santa Maria di Castello (foto di Antonio Figari) |
Antica cartolina di questa Torre del 1901 |
Come si vede dalla cartolina di inizio secolo qui riportata, la torre era priva della merlatura guelfa aggiunta solo nel
1926, anno nel quale la torre fu restaurata. La foto è presa dalla cima del
campanile di Santa Maria di Castello, luogo inaccessibile al pubblico che, con
tenacia e fortuna, son riuscito a visitare. Dalla mia foto, oltre alla
merlatura, si nota il danno causato da un fulmine che colpì la merlatura
durante un temporale il 13 giugno 1957 e la sopraelevazione postbellica del
palazzo adiacente alla torre che purtroppo contribuisce a coprire alla vista
parte di essa. Un altro merlo nel lato verso mare risulta mancante: esso fu
colpito e abbattuto dai proiettili tedeschi il 21 giugno 1944.
Il 6 ottobre 2019 sono riuscito ad arrivare sulla cima di questa torre, un sogno che avevo fin da bambino.
Eccovi di seguito le immagini dell'ultima rampa della scala interna alla torre poco prima di arrivare sulla cima della stessa, l'ultimo piano della torre ed i vicoli visti da lassù.
Il 6 ottobre 2019 sono riuscito ad arrivare sulla cima di questa torre, un sogno che avevo fin da bambino.
Eccovi di seguito le immagini dell'ultima rampa della scala interna alla torre poco prima di arrivare sulla cima della stessa, l'ultimo piano della torre ed i vicoli visti da lassù.
Ultimo piano della Torre De Castro (foto di Antonio Figari) |
Panorama dalla cima della Torre De Castro (foto di Antonio Figari) |
2. La Torre degli Embriaci
Mi capita spesso di "perdermi" nei vicoli
osservando edicole votive, antiche scritte in latino, strani simboli: un
giorno, in Piazza di Santa Maria in Passione, una delle piazze che più amo del
centro storico di Genova con la sua aura di splendore legata alle rovine della
chiesa che dà il nome alla piazza e alla bellezza del Convento di Santa Maria delle Grazie la Nuova che
sorge lì vicino, osservai delle grosse pietre squadrate del tutto simili per
epoca e dimensioni a quelle che sorreggono la Torre dei De Castro.
Andando più a fondo scoprii che quei grossi blocchi di
pietra bugnata erano i silenziosi testimoni di una torre, che recenti studi
hanno identificato come la vera torre degli Embriaci: quella che noi
chiamiamo "degli Embriaci" è infatti una torre più tarda.
Nei secoli questa antica struttura è divenuta parte
delle fondamenta di nuovi edifici.
Per vedere quel che resta di questa torre, dovete
recarvi in Piazza di Santa Maria in Passione. Prendendo la strada alla sinistra della chiesa che dà il nome alla piazza, vi ritroverete dinanzi ad un archivolto (l'antica "Volta Embriacorum" che nel Medioevo permetteva l'ingresso all'antica piazza della Consorteria):
alla base di esso sulla parte sinistra vedrete le splendide pietre bugnate qui
sotto fotografate.
L'arco in cima a Salita Santa Maria in Passione: nella parte sinistra le pietre della vera torre degli Embriaci (foto di Antonio Figari) |
I grossi blocchi di pietra bugnata della Torre (foto di Antonio Figari) |
Entrando nel complesso di Santa Maria delle Grazie la Nuova, oggi "Casa Paganini", in quella che fu la chiesa del Convento, oggi sala conferenze, c'è una botola: scendendo la stessa potrete osservare la base dell'antica torre la quale presenta una planimetria di forma quadrangolare che racchiude una superficie calpestabile di appena 4,80 metri quadrati mentre i muri della torre stessa sono spessi circa 2 metri. E' chiara la sua funzione prettamente difensiva.
3. Torre Fulcone de Castro
Su Piazza degli Embriaci insisteva un'altra torre non più esistente di proprietà dei De Castro, quella che sovrastava la "domus" di Fulcone de Castro.
4. Turris Matonorum
Sita alla confluenza tra Via Ravecca e Salita del Prione, questa antica torre, edificata della famiglia degli Embriaci, è detta "Matonorum"perché di mattoni è ricoperta.
La torre passò poi ai Fieschi ed oggi, seppure inglobata in un palazzo, conserva ancora alcune tracce dell'antica costruzione.
Sita alla confluenza tra Via Ravecca e Salita del Prione, questa antica torre, edificata della famiglia degli Embriaci, è detta "Matonorum"perché di mattoni è ricoperta.
La torre passò poi ai Fieschi ed oggi, seppure inglobata in un palazzo, conserva ancora alcune tracce dell'antica costruzione.
Alla destra della primitiva chiesa di Sant'Ambrogio, edificata nel Medioevo dai milanesi in fuga dalle persecuzioni longobarde, ed in seguito riedificata in forme barocche e oggi conosciuta come chiesa del Gesù, nei vicoli compresi tra la stessa e l'odierna Via di Porta di Soprana, sorgeva la torre di Angelotto de Cafara di cui oggi nulla rimane, come nulla resta di questa piccola porzione di centro storico sacrificata per creare una strada che unisse quella che oggi è chiamata Piazza Matteotti a Via Dante.
6. Torre Ugo de Fornari
Imboccando Salita Pollaiuoli da Piazza Ferretto, nel tratto di via tra questa e Piazza Pollaiuoli, vi ritroverete sulla sinistra in una piccola piazzetta. Qui vi era la Torre di Ugo de Fornari di cui oggi nulla rimane.
7. Torre Porchetto Streiaporco
In Via Giustiniani, impostata sull'archivolto detto oggi "di Mongiardino", anticamente vi era la torre di Porchetto Streiaporco.
8. Torre Agnese de Dattilo
Scendendo Via Giustiniani sulla sinistra, nel tratto compreso tra Vico delle Virtù e Vico Chiabrera, vi era la Torre di Agnese di Dattilo di cui oggi nulla rimane.
9. Torre Zaccaria de Castro
Questa torre era situata nell'odierna Piazzetta Barisone. Di essa nulla rimane.
10. Torre Nicola Lecanuptiae
Situata lungo Via San Bernardo all'angolo con Vico dei Giustiniani, di essa nulla rimane.
11. Torre Ingone de Volta
Questa torre sorgeva nella zona che oggi potremmo identificare con lo spazio tra la "Casa del Boia" e il quartiere del Molo.
12. Torre Ansaldo Mallone
Questa torre insisteva sul palazzo che faceva angolo tra Via Bernardo e Vico San Giorgio.
13. Torre Marco Cattaneo Mallone
Questa torre sorgeva all'angolo tra Via San Bernardo e Via delle Grazie.
14. Torre Bonifacio de Volta
Sita in Vico San Giorgio, di questa torre ancora oggi rimane la parte più bassa dove ancora sono visibili le grandi pietre squadrate che facevano da base alla stessa.
15. Torre Giordano de Volta
Questa torre era ubicata in Via delle Grazie all'altezza di Piazza Cattaneo. Passò poi in proprietà a Bonifacio de Volta e fu detta "turris vetus" mentre la torre descritta al precedente paragrafo venne nonimata "turris nova".
16. Torre Bartolomeo Bacemi
Sita dietro San Giorgio, in Vico di Santa Rosa angolo Piazzetta dei Maruffo, di essa nulla rimane.
17. Torre Enrico Malocello
Questa torre, di cui oggi nulla rimane, era ubicata nello spazio antistante alla chiesa di San Giorgio, dove oggi sorge la chiesa di San Torpete.
18. Torre Giorgio Vento
Se
salendo Via San Giorgio alzate lo sguardo sulla sinistra, non vedrete svettare torri, ma una lapide marmorea che ricorda che qui
sorgevano le torri dei Volta e dei Vento.
Lapide di Via San Giorgio in ricordo delle case e delle Torri dei Volta e dei Vento (foto di Antonio Figari) |
All'angolo tra Via San Giorgio e Via delle Grazie, dove ancora oggi vi è una loggia tamponata, un tempo svettava la torre di Giorgio Vento: alta e costruita in solida muratura, venne demolita intorno al 1875.
Nella foto sottostante potete vedere svettare sulla sinistra la Torre Alberico, Gandolfo e Lanfranco Bacemi (poi in proprietà a Filippo Volta nel 1311), di cui vi parlo nei prossimi paragrafi, sulla destra in primo piano la Torre di Giorgio Vento e alle sue spalle il campanile di San Giorgio, già Torre Alberici, di cui trovate la storia nei prossimi paragrafi e dietro ancora il campanile di San Lorenzo (per la storia e le immagini di quest'utltimo vi rimando alla pagina dedicata a i CAMPANILI di GENOVA).
19. Torre Ogerio Vento
Sopra una domus che si inseriva nello spazio tra la primitiva chiesa di San Giorgio e Via Giustiniani, vi era la torre di Ogerio Volta. Oggi questo spazio è occupato dalla chiesa di San Giorgio nelle sua forme seicentesche.
Alzando lo sguardo in Piazza San Giorgio, alla sinistra della chiesa, sopra al palazzo all'angolo tra Via Giustiniani e Via Canneto il Curto, svetta la torre campanaria della chiesa dedicata ad uno dei santi patroni di Genova.
Essa era in origine una torre medioevale come tante ve ne erano a Genova: la Torre Alberici.
Collegata alla chiesa con un cavalcavia che scavalca ancora oggi Via Giustiniani, fu dapprima spogliata dei merli che la cingevano sulla cima e poi elevata di due piani nel Seicento, il primo a pianta quadrata, il secondo a pianta tonda con una cupola sulla cima.
Nel 1847, a causa dei problemi di stabilità dovuti al fatto che le sue fondamenta della torre fossero state costruite su di un rivo, viene dato il via a lavori di restauro che apportano modifiche alla stesso: in particolare vennero spostati i rosoni in ferro battuto che oggi vediamo ai lati del campanile poggianti su semisfere foggiate a guisa di portafiori, e venne eliminata una statua di San Giorgio in ferro battuto.
Altri restauri seguirono ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Essa era in origine una torre medioevale come tante ve ne erano a Genova: la Torre Alberici.
Collegata alla chiesa con un cavalcavia che scavalca ancora oggi Via Giustiniani, fu dapprima spogliata dei merli che la cingevano sulla cima e poi elevata di due piani nel Seicento, il primo a pianta quadrata, il secondo a pianta tonda con una cupola sulla cima.
Nel 1847, a causa dei problemi di stabilità dovuti al fatto che le sue fondamenta della torre fossero state costruite su di un rivo, viene dato il via a lavori di restauro che apportano modifiche alla stesso: in particolare vennero spostati i rosoni in ferro battuto che oggi vediamo ai lati del campanile poggianti su semisfere foggiate a guisa di portafiori, e venne eliminata una statua di San Giorgio in ferro battuto.
Altri restauri seguirono ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Il campanile di San Giorgio, già Torre Alberici (foto di Antonio Figari) |
21. Torre Alberico, Gandolfo e Lanfranco Bacemi
Questa torre sorgeva all'angolo tra Via San Giorgio e la Ripa. Passerà poi in proprietà a Filippo Volta nel 1311. Nell'acquarello del Cambiaso che vedete qui di seguito ecco la torre svettare sulla Ripa di Coltelleria: quest'ultima parte dei centro storico scomparirà, insieme alla torre, nelle demolizioni ottocentesche.
22. Torre Zaccaria de Castro
All'angolo tra la Ripa ed il vicolo che conduce a Piazzetta dei Luxoro vi erano due "domus" e la torre di Zaccaria de Castro.
23. Torre Zaccaria De Castro (2)
Questa torre sorgeva all'angolo tra Via Vico dell'Oliva e la Ripa.
24. Torre Ottone Leccavela
La torre medievale dei Leccavela, situata nell'odierna Piazza Sauli, fu inglobata nel palazzo di Antonio Sauli, ricco mercante e banchiere, nonché figlio del fondatore della basilica di Carignano, Bendinello Sauli.
Antonio Sauli scelse infatti due antiche domus dei Leccavela sulle cui impostare la propria dimora costruita intorno al 1492 e la torre divenne parte di essa. Trovate la storia di questo palazzo alla pagina de i PALAZZI privati (prima parte).
La torre medievale dei Leccavela, situata nell'odierna Piazza Sauli, fu inglobata nel palazzo di Antonio Sauli, ricco mercante e banchiere, nonché figlio del fondatore della basilica di Carignano, Bendinello Sauli.
Antonio Sauli scelse infatti due antiche domus dei Leccavela sulle cui impostare la propria dimora costruita intorno al 1492 e la torre divenne parte di essa. Trovate la storia di questo palazzo alla pagina de i PALAZZI privati (prima parte).
Torre Leccavela, oggi parte di Palazzo Antonio Sauli (foto di Antonio Figari) |
25. Torre Raffaele Giustiniani
In via Giustiniani all'altezza del civico 12 sorgeva un tempo la torre di Raffaele Giustiniani.
26. Torre Fulcone, Giovanni, Ingo e Simone Marconi
In Piazzetta dei Luxoro lato monte, dove oggi vi è ancora una antica loggia medioevale con un capitello romanico zoomorfo, uno dei più belli che potete ammirare nei vicoli, sorgeva una torre di cui nulla rimane.
27. Torre Ingone Marcone
In Vico della Stampa, nel tratto tra l'omonima piazza e la Ripa, sorgeva questa torre, di cui oggi nulla rimane, indicata nei documenti come "ante Raybam grani", poiché poco distante da qui vi era il mercato del grano.
28. Torre Corrado Grimaldi
Nel tratto di Via Canneto il Curto tra Vico Caprettari e Piazza della Stampa, lato mare, sorgeva questa torre di cui oggi nulla rimane.
29. Torre Andrea e Daniele Scoto
Nella parte bassa di Via Canneto il Lungo, quasi alla confluenza con Via Canneto il Curto, sopra le case degli Scotto, ricordati da una lapide marmorea proprio su questi muri per aver ospitato Santa Caterina da Siena, sorgeva una torre di cui oggi nulla rimane.
30. Torre Guglielmo Richieri
Questa torre sorgeva in uno spazio oggi non più esistente tra Via Canneto il Lungo e Via San Lorenzo, all'altezza di Vico del Gesù.
Questa torre, non più esistente, sorgeva in Via Canneto il Curto angolo Vico Cassai.
32. Torre Rainaldo Sardena
Questa torre sorgeva in Piazza Cinque Lampadi angolo Via Canneto il Curto lato monte.
33. Torre Ottone Leccavela
Questa torre sorgeva in Piazza Cinque Lampadi lato mare. Oggi al suo posto c'è un palazzo con in facciata una lapide marmorea che ricorda che in questo luogo nacque Tommaso Pendola.
34. Torre Rubeo de Volta (poi di Simonetta de Volta, moglie di Tedisio Fieschi)
Questa torre sorgeva in uno spazio oggi non più esistente tra Via Canneto il Lungo e Via San Lorenzo, nel tratto compreso tra Vico del Gesù e Via Chiabrera.
35. Torre Nicoloso de Croce
Questa torre, non più esistente, sorgeva all'angolo tra Via Canneto il Lungo e Via Chiabrera, verso Via San Lorenzo lato mare.
36. Torre Maruffo
Affiancata al palazzo della omonima famiglia e risalente al XIII secolo, questa torre si trova in Via Canneto il Lungo, sopra il civico 23.
Il palazzo che la "ospita" rappresenta un classico esempio di residenza gentilizia medievale con loggia al piano terreno, piani superiori dove abitava la famiglia e torre affiancata.
L'altezza di quest'ultima è pari a 40 metri.
E' una delle torri medievali genovesi più nascoste e difficilmente visibili dei vicoli di Genova. Per vederla, fermatevi in Via Canneto il Lungo all'altezza di Vico Valoria e alzate lo sguardo: una meravigliosa sorpresa Vi aspetta.
E' una delle torri medievali genovesi più nascoste e difficilmente visibili dei vicoli di Genova. Per vederla, fermatevi in Via Canneto il Lungo all'altezza di Vico Valoria e alzate lo sguardo: una meravigliosa sorpresa Vi aspetta.
Torre Maruffo da lontano sembra sbucare in mezzo alla navata di San Lorenzo (foto di Antonio Figari) |
Torre Maruffo vista dai tetti della Cattedrale di San Lorenzo (foto di Antonio Figari) |
Torre Maruffo vista da Via Canneto il Lungo (foto di Antonio Figari) |
Altra immagine della Torre Maruffo vista da Vico Canneto il Lungo (foto di Antonio Figari) |
Recentemente la Torre Maruffo è stata acquistata da una simpatica ragazza che il 13 dicembre 2012 mi ha aperto le porte di casa sua e mi ha permesso di arrivar lassù, conquistare la cima della mia prima torre "zeneixe" e guardar Genova ai miei piedi.
Per arrivar in cima alla Torre Maruffo, non basta giungere all'ultimo piano del palazzo con una ripida scala d'ardesia: la scalata vera inizia proprio dall'ultimo piano, dal salotto di casa della "ragazza della torre".
Da lì infatti bisogna salire lungo quattro ripide scale interne intervallate da piccoli pianerottoli; io non soffro di vertigini ma vi assicuro che la prima volta che si sale un senso di vertigine ti assale. Ecco una delle scale:
Per arrivar in cima alla Torre Maruffo, non basta giungere all'ultimo piano del palazzo con una ripida scala d'ardesia: la scalata vera inizia proprio dall'ultimo piano, dal salotto di casa della "ragazza della torre".
Torre Maruffo vista dalla sua base sul tetto di Palazzo Fieschi (foto di Antonio Figari) |
Da lì infatti bisogna salire lungo quattro ripide scale interne intervallate da piccoli pianerottoli; io non soffro di vertigini ma vi assicuro che la prima volta che si sale un senso di vertigine ti assale. Ecco una delle scale:
Ripide scale di legno per raggiungere la cima di Torre Maruffo (foto di Antonio Figari) |
Dai piani che intervallano le ripide scale, feritoie negli spessi muri lasciano intravedere la bellezza di Genova e del suo mare:
E finalmente si arriva alla cima della Torre Maruffo e si rimane senza fiato a vedere Genova da lassù:
Una delle strette finestre che taglia la mole della torre e fa capire quanto spesse siano queste antiche mura (foto di Antonio Figari) |
E finalmente si arriva alla cima della Torre Maruffo e si rimane senza fiato a vedere Genova da lassù:
La cupola ed il campanile della Chiesa di San Giorgio e sullo sfondo il porto di Genova con la lanterna ed il moderno quartiere del WTC con i suoi grattacieli (foto di Antonio Figari) |
Il campanile di San Lorenzo visto da Torre Maruffo (foto di Antonio Figari) |
Il "taglio" di Via Canneto il Lungo visto dalla cima della Torre Maruffo (foto di Antonio Figari) |
37. Torre Porcelli
Questa torre sorgeva lungo l'odierna Via San Lorenzo a monte della Cattedrale.
38. Torre Grimaldina di
Palazzo Ducale
La Torre Grimaldina
nasce come torre di difesa all'interno delle mura cittadine del IX secolo.
Diviene in seguito parte del Palazzo di Alberto Fieschi, edificio che diverrà poi prima sede del Comune.
L'alizeri racconta che
essa fu innalzata nel 1307 e sopraelevata nel 1593, anno in cui venne aggiunta
la cella campanaria all'ultimo piano. Simbolo del potere comunale prima e
dogale poi, la torre ha avuto la funzione di carcere ospitando al suo interno
molti personaggi di spicco della vita cittadina e non solo: il doge Paolo da
Novi, il pirata Dragut, terrore del Mediterraneo nel '500, Giulio Cesare
Vacchero, alla guida di una congiura del 1628 (vi rimando alla pagina de i FANTASMI di GENOVA per approfondire la sua storia), Niccolò Paganini (arrestato con l'infamante accusa di seduzione e
ratto di minore, dalla quale fu poi assolto), pittori come Domenico Fiasella,
Sinibaldo Scorza, Andrea Ansaldo, Pietro Mulier, e il patriota risorgimentale
Jacopo Ruffini che lì misteriosamente morì.
La torre è visitabile al suo interno. Particolarmente interessante entrare nelle celle dove vi sono molto graffiti e disegni raffiguranti soldati, dame, navi, palazzi e tanto altro.
La Torre Grimaldina di Palazzo Ducale vista da Castelletto (foto di Antonio Figari) |
La Torre Grimaldina vista dalla loggia al primo piano di Palazzo Ducale (foto di Antonio Figari) |
Questa
targa marmorea ricorda il "soggiorno" di Jacopo Ruffini nella Torre di
Palazzo Ducale che all'epoca fungeva da prigione di Stato (foto di Antonio Figari) |
Il 27 ottobre 2016 sono riuscito ad arrivare sulla cima
di questa torre: superata una ripida scala che porta al piano dove vi è la
campana, c'è un altra ripida scala di legno e finalmente, superata una piccola
porticina, si giunge sul terrazzo in cima alla torre. Inutile dirvi che il panorama da lassù lascia senza fiato.
Il penultimo piano della Torre Grimaldina di Palazzo Ducale (foto di Antonio Figari) |
I vicoli visti dalla cima della Torre Grimaldina di Palazzo Ducale (foto di Antonio Figari) |
I vicoli visti dalla cima della Torre Grimaldina di Palazzo Ducale (foto di Antonio Figari) |
I vicoli visti dalla cima della Torre Grimaldina di Palazzo Ducale (foto di Antonio Figari) |
Una curiosità legata alla campana posta al penultimo piano, il cosiddetto "O Campanon de Paxo": danneggiato e non più funzionante, il 3 maggio 1925 fu calato dalla Torre per la sua rifusione e riposizionato il 15 aprile 1926, il tutto grazie all'interessamento della associazione "A Compagna". Nel 1941 fu "donato alla patria" (così recitava il comunicato ufficiale) ed il suo bronzo venne utilizzato per scopi bellici. Il lungo silenzio fu per così dire interrotto nel 1979 quando la stessa "A Compagna" si interessò a far tornare "O Campanon" al suo posto, cosa che avvenne il successivo 1980, come ricorda una lapide posta in Via Tommaso Reggio. Il 24 aprile 1980 la campana tornava a suonare. Come da delibera del Consiglio Comunale essa suona in determinati giorni dell'anno e precisamente il 23 aprile (San Giorgio), 24 aprile (anniversario della Liberazione della città), 1 maggio (festa del lavoro), il 24 giugno (San Giovanni Battista), il 12 ottobre (giorno della scoperta dell'America), il 10 dicembre (giorno della cacciata degli Austriaci nel 1746), ed a Natale. In tutte queste occasioni "O Campanon" viene fatto risuonare dalle 11 alle 11:15 antimeridiane con il "suono a battaglio" preceduto da 21 rintocchi a martello.
39. Torre Oberto de Auria
In Vico San Matteo, in un angolo di quello che diverrà Palazzo Giorgio Doria, via era la torre di Oberto de Auria.
40. Torre Giacomo e Matteo Doria
Il Palazzetto Criminale (di cui Vi parlo al paragrafo 20 nella pagina de gli EDIFICI pubblici) ingloba in sé una torre medievale, individuabile nella parte a sud dell'edificio (non è un caso che in questa parte dell'edificio si aprano meno finestre rispetto al resto del palazzo): era la torre di Giacomo e Matteo Doria.
41. Torre Fulcone Guercio
Su Via Scurreria la Vecchia, dirimpetto al muro di confine del chiostro dei Diocesani, vi era la torre di Fulcone Guercio.
42. Torre Balduino Guercio
Lungo l'attuale Via Tommaso Reggio, a poca distanza dalla torre di Fulcone Guercio, vi era la domus e la torre di Banduino Guercio.
43. Torre Ansaldo de Nigro
Lungo l'attuale Via Tommaso Reggio, di fronte alla torre di Balduino Guercio, vi era la torre di Ansaldo de Nigro che si innestava su una domus tra l'attuale Via Tommaso Reggio e la Piazzetta di San Giovanni il Vecchio.
44. Torre Simone Butarius
Questa torre sorgeva dove oggi Via Scurreria incrocia Vico Invrea lato Piazza San Lorenzo.
45. Torre Nicola Squarciafico
Questa torre sorgeva dove oggi Via Scurreria incrocia Vico Invrea dirimpetto a Torre Simon Burarius.
46. Torre Squarciafico (Piazza Invrea n. 5)
In Piazza Invrea sorge Palazzo Stefano Squarciafico di cui trovate storia ed immagini alla pagina de i PALAZZI privati (prima parte). Esso fu edificato su preesistente palazzo medievale. All'angolo di questo palazzo vi era una torre le cui fondamenta sono ancora visibili nella cisterna del palazzo oggi occupato da un ristorante.
47.
Una seconda torre medievale sorgeva in Piazza Invrea ed ancor oggi sono ne visibili le grosse pietre angolari come vi mostro nelle foto qui sotto.
Una curiosità: nel dopoguerra, ricostruendo il palazzo che all'angolo conserva queste antiche pietre, fu scoperto un mosaico del I secolo di una domus romana. Una piccola porzione di questa mosaico è oggi conservata nell'atrio di palazzo Lercari al civico 8 di Piazza Invrea.
La seconda torre Squarciafico in Piazza Invrea (foto di Antonio Figari) |
Particolare della seconda torre Squarciafico in Piazza Invrea (foto di Antonio Figari) |
48. Torre Rubaldo Lercari
Palazzo Lercari Spinola, sito in Via Orefici n. 7, di cui trovate la storia nella pagina de i PALAZZI PRIVATI (prima parte), fu edificato nella seconda metà del XVI secolo ristrutturando ed ampliando domus medievali di proprietà della stessa nobile famiglia. Sopra queste domus nel XIII secolo svettava una torre di cui oggi non resta nulla. Rimangono invece, lungo il fianco del palazzo, evidenti tracce medievali nel portico a fasce bicrome e nelle trifore.
49. Torre Belmosto Lercari
Lungo l'attuale Via Conservatori del Mare, alle spalle della torre sopradescritta, sorgeva la torre di Belmosto Lercari di cui oggi nulla rimane.
50. Torre Usodimare
L'attuale Piazza De Marini, alle spalle della chiesa di San Pietro in Banchi, nasce nel XVI secolo, insieme al vicino palazzo De Marini a seguito della demolizione delle case degli eredi di Bernardo di San Salvatore Usodimare. La piazza antistante al nuovo palazzo venne detta "Piazza nuova dei De Marini".
In mezzo agli antichi palazzi degli Usodimare vi era una torre medievale, anch'essa purtroppo demolita insieme alle vicine costruzioni coeve.
51. Torre Nicola Usodimare
Questa torre sorgeva dove poi sarà edificato Palazzo Senarega nell'omonima piazza.
52. Torre de Nigro (poi Usodimare)
Questa torre, costruita dai Di Negro e poi passata agli Usodimare, sorgeva tra le domus di quest'ultimi che insistevano nello spazio poi occupato dalla Loggia dei Mercanti in Piazza Banchi. I resti di queste domus sono riemersi in questi ultimi anni a seguito degli scavi dentro la Loggia (relativamente a quest'ultima, vi rimando alla pagina de gli EDIFICI pubblici per approfondirne la storia).
53. Torre di Banchi
In Piazzetta degli Orti di Banchi sorgeva una delle tante torri che costellavano i vicoli di Genova.
Se vi capita di recarvi in questa piccola piazza, a due passi da Piazza Bianchi, potrete notare alcuni elementi architettonici medievali e resti di una loggia facenti parte di un edificio risalente al XII-XIII secolo. Accanto a questa loggia, al civico 3 di questa piazzetta, è ancora visibile una cornice di archetti in pietra nera di promontorio: è questa la base di un'antica torre, risalente al XIII secolo, che oggi purtroppo non esiste più, o, per meglio dire, non è più esternamente riconoscibile se non con difficoltà.
Se la osservate infatti sopra detti archetti non scorgerete elementi antichi ma moderne finestre con persiane che, a due a due, si elevano verso il cielo: è proprio la sua maggiore altezza, rispetto ai vicini edifici, a svelarci che, sotto le sovrastrutture più recenti, si nasconde ancora l'antica torre medievale che non doveva discostarsi molto per fattura e dimensioni dalle altre che ancora oggi sono visibili nei vicoli della Superba.
Elementi architettonici medioevali in Piazzetta degli Orti di Banchi (foto di Antonio Figari) |
54. Torre Ottolino De Nigro
In una traversa di Via al Ponte Reale, l'attuale Vico de Negri, sorgeva la torre di Ottolino de Nigro.
55. Torre de Nigro
In Vico Denegri al civico 4 una grande colonna ottagonale a strisce bianche e nere è la base di una antica torre che ancora svetta sopra il palazzo a cui è stata inglobata nei secoli scorsi.
Qui sorgevano le case medievali e la torre dei Di Negro o "de Nigro": nel XVII secolo, per volere di Emanuele Filiberto di Negro, vennero demolite le abitazioni e la torre inglobata nel nuovo edificio.
Qui sorgevano le case medievali e la torre dei Di Negro o "de Nigro": nel XVII secolo, per volere di Emanuele Filiberto di Negro, vennero demolite le abitazioni e la torre inglobata nel nuovo edificio.
E' difficile da vedere e da fotografare da Vico Denegri, mentre molto più facile è osservarla dalla Sopraelevata o da Piazza Caricamento: la sua sagoma infatti si erge sopra i palazzi della Ripa.
Se la guardate, non scorgerete sulla sua cima elementi antichi, archetti o merlature, ma moderni terrazzi; la sua forma tuttavia, svettante e più alta rispetto ai vicini edifici, non può che farci tornare alla mente una torre del tutto simile alle altre torri che costellavano i vicoli della Superba.
Il mercato delle granaglie in Piazza della Raibetta in un'immagine del 1910 e dietro la torre Di Negro |
La torre Di Negro in Vico de Negri vista dall'omonimo vicolo (foto di Antonio Figari) |
56. Giovanni de Nigro
In Vico San Raffaele angolo Via San Luca sorgeva la torre di Giovanni de Nigro.
57. Torre Tomaso de Nigro
Lungo la Ripa, nel tratto compreso tra Via al Ponte Reale e Via San Raffaele, sorgeva la torre di Tomaso de Nigro.
58. Torre Pietro Manzanelli
Questa torre sorgeva lungo la Ripa nel tratto compreso tra Vico San Raffaele e Vico del Serriglio.
59. Torre di Palazzo Brancaleone Grillo
Palazzo Brancaleone Grillo, di cui trovate storia e immagini nella pagina de i PALAZZI privati (prima parte), conserva, lungo lo scalone, tracce dell'antica torre medievale che recenti restauri hanno riportato alla luce.
60. Torre delle Vigne
Una traversa di Via delle Vigne ha un curioso nome: Vico della Torre delle Vigne.
Leggendo l'Alizeri che definisce il campanile della Basilica delle Vigne "antichissima torre costrutta in pietra di quadro nel gotico stile del sec. XIII" non dovrei neanche pormi il problema di pensare a cosa si riferisca il nome di questo vicolo.
Eppure, vi è già un vicolo dedicato al Campanile delle Vigne, e allora perchè ripetersi? E poi il Vico del Torre non è vicino al campanile romanico delle Vigne che dal vicolo non si vede neppure: due indizi che mi hanno indotto ad indagare.
Mi venne dunque da pensare che anche qui, poiché in questa zona gli Spinola avevano i loro palazzi, sorgesse una torre del tutto simile a quella dietro la chiesa di San Luca: leggendo antichi libri e confrontando più fonti le mie ipotesi hanno avuto conferme e quella che era una semplice supposizione è divenuta una certezza.
Una mail di un lettore di questo sito ha poi ulteriormente rafforzato la mia supposizione: sulla cima di questo palazzo, già torre delle Vigne, da recenti restauri sono riemerse antiche feritoie.
Spero presto di poter raggiungere la cima della torre, fotografare le antiche feritoie e tutto ciò che rimane dell'antica torre e postarVi le foto per rendere partecipi anche Voi di un piccolo pezzo di Genova antica quasi sconosciuto.
Una mail di un lettore di questo sito ha poi ulteriormente rafforzato la mia supposizione: sulla cima di questo palazzo, già torre delle Vigne, da recenti restauri sono riemerse antiche feritoie.
Spero presto di poter raggiungere la cima della torre, fotografare le antiche feritoie e tutto ciò che rimane dell'antica torre e postarVi le foto per rendere partecipi anche Voi di un piccolo pezzo di Genova antica quasi sconosciuto.
Particolare delle grosse pietre angolari della Torre delle Vigne (foto di Antonio Figari) |
61. Torre Spinola (Vico della Torre di San Luca)
La Torre degli Spinola sorgeva all'angolo tra la Vico della Torre di San Luca e Vico dietro il Coro di San Luca. L'Alizeri nella sua guida artistica per la città di Genova del 1846 definisce la stessa "sformata adesso e mozzata alla cima, ma pur severa tuttora e maestosa delle pietre bozzate e salde che le fan base».
In effetti oggi la torre conserva il suo aspetto originario solo nella parte bassa come mostrato dalla foto sottostante.
Nelle planimetrie riportate nel volume "Una città portuale del Medioevo" di Luciano Grossi Bianchi ed Ennio Poleggi si nota, nella ricostruzione di questa area nel XIV secolo, questa torre caratterizzata nella parte basamentale da un'ampia loggia.
62. Torre Cristiano Spinola
La torre di Cristiano Spinola sorgeva nello spazio antistante la chiesa di San Luca e oggi occupato dalla piazza omonima.
63. Torre Nicolò Grimaldi
Lungo Via San Luca, all'angolo con Vico della Vena, sorgeva la torre di Nicolò Grimaldi.
64. Torre Grimaldi
Proseguendo Via San Luca, a poca distanza dalla torre di Nicolò Grimaldi, sorgeva un'altra torre della famiglia Grimaldi.
65. Torre Tomaso Spinola
Dirimpetto alla torre Grimaldi poco sopra descritta, sorgeva la torre di Tomaso Spinola.
66. Torre Ansaldo Embrone
In via San Luca angolo Vico Pellicceria, lato Maddalena, sorgeva un tempo la torre di Ansaldo Embrone.
67. Torre Embroni
Sita in un angolo dell'isolato compreso tra Via della Posta Vecchia, Vico Vignoso, i palazzi di Piazza della Cernaia e Via della Maddalena, questa antica torre medievale fu demolita nel 1544 quando iniziarono i lavori per l'edificazione di un palazzo per la famiglia De Franchi (oggi il palazzo con ingresso al civico 10 di Vico Vignoso).
68. Torre Piccamiglio (Soziglia)
In Via dei Macelli di Soziglia sorgeva una torre della famiglia Piccamiglio.
69. Torre Amico Grillo
Questa torre sorgeva lungo l'attuale Vico Inferiore del Ferro.
70. Torre degli Spinola di Luccoli
Palazzo Spinola dei Marmi in Piazza Fontane Marose, di cui trovate la descrizione alla pagina de i PALAZZI privati (seconda parte), venne edificato inglobando una torre medievale e alcune case di proprietà degli Spinola di Luccoli.
71. Torre Fieschi poi Cebà
Questa torre sorgeva in Via San Luca angolo Vico dell'Agnello.
72. Torre Cebà
Nell'attuale Piazza Pinelli, già Piazza Cebà, sorgeva nel Medioevo ed era visibile fino al XIX secolo nella sua imponenza la medioevale Torre dei Cebà, famiglia nobiliare che aveva in questo luogo la sede del suo "albergo".
Se si osserva il palazzo di Piazza Pinelli civico 2, all'angolo tra piazza ed il vicolo omonimo potrete notare una sorta di corpo in aggetto: immaginate il tutto senza finestre e con le merlature in cima, ed ecco a voi la torre che sorgeva lungo la "ripa maris".
Se si osserva il palazzo di Piazza Pinelli civico 2, all'angolo tra piazza ed il vicolo omonimo potrete notare una sorta di corpo in aggetto: immaginate il tutto senza finestre e con le merlature in cima, ed ecco a voi la torre che sorgeva lungo la "ripa maris".
Il corpo in aggetto al centro all'immagine era la torre dei Cebà (foto di Antonio Figari) |
Essa è simile per struttura e materiale di costruzione a quella dei De Castro: anch'essa infatti fu costruita con grossi blocchi di pietra bugnata ed alla sommità è coronata da una triplice cornice di archetti pensili sempre più aggettanti.
La merlatura guelfa è stata aggiunta nel XX Secolo, come già era successo alla Torre De Castro.
Torre Dei Morchi (foto di Antonio Figari) |
Torre Dei Morchi vista dalla sua base (foto di Antonio Figari) |
A questa torre è legata una bella storia che ha come protagonista Genova e i viaggiatori che la descrissero.
Se alzate gli occhi in Vico Morchi, sul muro della Torre che insiste su questo vicolo, vedrete una lapide che racconta che lì si trovava il famoso Hotel Croce di Malta che ospitò nelle sue stanze personaggi del calibro di Mark Twain e Mary Shelley.
Antica immagine dell'Hotel Croce di Malta |
La torre infatti, insieme al vicino palazzo ad ovest, ospitava nell'ottocento le stanze di questo hotel.
Come
ci ricorda la lapide marmorea, lì sistemata nel 2001, in questo luogo soggiornarono personaggi del calibro di James Fenimore
Cooper, l’autore dell' "Ultimo dei Mohicani", Henry James, scrittore
americano, che soggiornò qui nel 1877 descrivendo l'hotel "piuttosto
sporco" ed ancora "la più grande casa dove io abbia mai
abitato", Mary Shelley, l'autrice de "Frankenstein", giunta a
Genova nel 1822 dopo la morte del marito annegato nel golfo di La Spezia, Marie-Henry Beyle,
scrittore francese noto anche come Stendhal, Mark Twain, autore di due splendidi libri "Le avventure di Tom
Sawyer" ed il suo seguito "Le avventure di Huckleberry Finn", il
quale visitò Genova nel 1867 e che nel suo "The Innocents Abroad"
descrive, tra le altre cose, la bellezza delle donne che passeggiavano per i
giardini dell’Acquasola, splendida passeggiata ottocentesca progettata
dall’architetto Barabino nell’ottocento e sita nel centro di Genova (vi rimando alla pagina de gli EDIFICI pubblici per approfondire la sua storia), e Giuseppe
Verdi, il grande compositore il quale prese anche casa a Genova.
Tutte le volte che mi capita di passar lì sotto, chiudo per un secondo
gli occhi e penso a chi avrei potuto incontrare qualche secolo fa, sotto quei
portici, alla ricerca, come me, della bellezza e dei segreti di Genova da
descrivere nei loro libri o diari di viaggio e da tramandare ai posteri.
Perché tutti all’Hotel Croce di Malta? Vi domanderete.
Leggendo i racconti dell’ottocento veniamo a sapere che il Croce di
Malta era uno degli alberghi più esclusivi della città e sicuramente molto
faceva il passaparola tra coloro che erano già stati a Genova.
Si racconta però anche che in Darsena, presso la dogana, luogo di
arrivo dei passeggeri che giungevano in città via mare, stazionassero persone
che suggerivano a coloro che sbarcavano dove alloggiare. Una volta portati gli
ospiti a destinazione avrebbero ricevuto dall’albergatore una lauta mancia.
Come potete immaginare, molti suggerivano appunto, come miglior hotel della città,
il nostro Croce di Malta.
Dalle cronache dell’epoca veniamo a conoscenza di un curioso episodio:
si racconta di un tale che, chiesto dove fosse l’Hotel Santa Marta, un hotel
che si trovava a pochi passi da Porta dei Vacca, una delle porte più antiche di
Genova, si sentì così rispondere “Ma signore, non lo sa, il Santa Marta è
andato a fuoco, venga con me che la porto all’Hotel Croce di Malta!”. La
notizia, come potete immaginare, era tutt’altro che vera! Il turista
insospettito si fece portare lo stesso al Santa Marta che (a dispetto delle
malelingue) era "sano e salvo" e pronto ad accoglierlo!
C’è poi chi suggerisce (una sorta di Tripadvisor ante litteram!) di "dare come nome il Croce di Malta
quando alla dogana vi chiederanno dove alloggerete, ma attenzione: quando vi
farete portare da un facchino all’albergo contrattate il prezzo perché la
distanza tra la dogana e l’albergo è davvero poca!”.
Leggere i racconti degli ospiti di questo albergo è un po' come vivere
il loro soggiorno a Genova e vedere la città ottocentesca: ed eccovi come la
vedeva un frequentatore del nostro albergo che dipinse questo acquarello da una
delle stanze del Croce di Malta.
Acquerello raffigurante il porto di Genova visto da una delle Stanze dell'Hotel Croce di Malta |
James Fenimore Cooper, l’autore dell’ “Ultimo dei Mohicani”, giunge a
Genova il 27 febbraio 1829, e così scrive:
"Sono al Croix de Malta, che si affaccia direttamente sul porto.
Faccio fatica a descriverti il piacere che provo quando vedo le navi, ascolto
le grida dei marinai, una razza così simile ovunque, e annuso tutti gli odori
del commercio. Ieri ho passato il porto meticolosamente (...) con il diletto di
un ragazzino scatenato."; come immaginerete, mi identifico molto in
quest'ultima definizione!
Come vi accennavo poco fa, tra i tanti ospiti del Croce di Malta ci fu
anche Mark che giunse Genova nel 1867, e che così scrive parlando di Genova, da
lui definita “Città dai bei palazzi”:
“Essa è proprio piena di belle dimore, e queste dentro sono sontuose,
anche se esternamente molto malandate e senza pretese di grandiosità
architettonica. Molte di esse hanno spessi muri, con grandi scalinate di
pietra, pavimenti tassellati di marmo […] e grandiosi saloni con alle pareti
dipinti di Rubens, Reni, Tiziano, Veronese, e ritratti di capostipiti della famiglia
in elmi piumati e splendide armature, e di patrie in stupefacenti vestiti di
secoli fa.” Twain continua dicendo che “Genova la Superba, sarebbe un titolo
indovinato se si riferisse alle sue sensuali donne”.
Mark Twain è letteralmente rapito dalla bellezza delle donne genovesi
che osserva passeggiando nei grandi spazi pubblici genovesi dell'Ottocento come
i Giardini dell'Acquasola.
Chissà se poi il nostro Mark abbia conquistato il cuore di qualche
fanciulla genovese, non lo sapremo forse mai, di certo conosciamo tutti un suo
famoso aforisma in cui il letto è definito come "il posto più pericoloso
del mondo in quanto vi muore solitamente l’80% della gente".
Anche
Charles Dickens, nel suo secondo soggiorno a Genova, nell'ottobre del
1853, soggiorna all'Hotel Croce di Malta che così descrive
in una lettera alla sorella della moglie, Giorgina Hogarth: "Viviamo
sulla cima di questa casa immensa che sovrasta il porto e il mare,
abbastanza elegante e ariosa, benché non sia uno scherzo salire così in
alto, e benché l'appartamento sia piuttosto ampio e decadente".
In
una altra lettera, questa volta indirizzata alla moglie, Dickens
racconta, tra le tante cose, della nuova strada ferrata che unirà Torino
a Genova e che è quasi completata, ma nessun accenno all'albergo ampio
ma decadente (quasi a non volerla far preoccupare!).
Questi sono coloro che soggiornarono in questo luogo
ma non possiamo non pensare che tanti altri famosi visitatori di
Genova qui dimorarono e chissà che un giorno la lapide marmorea possa
essere aggiornata con i nomi di altri illustri personaggi.
L'hotel purtroppo chiuse i battenti nel 1878.
L'hotel purtroppo chiuse i battenti nel 1878.
Tramonto sul porto di Genova visto dalla torre Dei Morchi (foto di Antonio Figari) |
Il
30 dicembre 2019, grazie all'ambasceria di un mio caro amico che non
smetterò mai di ringraziare, sono riuscito a conquistare la cima della
torre.
Ecco alcune foto di Genova vista da lassù:
(foto di Antonio Figari) |
(foto di Antonio Figari) |
(foto di Antonio Figari) |
(foto di Antonio Figari) |
Un'ultima
curiosità: in cima alla torre, sul lato interno, sotto i merli, è
murata una lapide marmorea che ricorda la visita di Mons. Reggio che
arrivò sulla cima della torre alla "grave" età di 82 anni per benedirla.
Ecco le parole incise sulla lapide:
AFFINCHE’
VADA RICORDATO AI POSTERI
CHE SULL’ALTO DI QUESTA VETUSTA TORRE
RITORNATA AL PRISTINO DECORO
MONS. TOMMASO MARCH. REGGIO
L’ARCIVESCOVO DI GENOVA
NELLA GRAVE ETA’ DI
82 ANNI
ASCESE PER BENEDIRLA
IL GIORNO XIX
NOVEMBRE MDCCCXCIX
LA FAMIGLIA TRUCCO
Q.M.P.
74. Torre Odoardo Guarachi poi Gattilusio
In Sottoripa, all'angolo con Vico Giannini e oggi inglobata in un palazzo di proprietà Pallavicini, vi è Torre Odoardo Guarachi poi Gattilusio.
Essa prende il nome da questa antica ed importante famiglia genovese che, grazie al florido commercio dell'allume, divenne molto ricca.
Nonostante le aggiunte e modificazione dei secoli, è ancora possibile in parte leggerne l'antica struttura.
In Sottoripa, all'angolo con Vico Giannini e oggi inglobata in un palazzo di proprietà Pallavicini, vi è Torre Odoardo Guarachi poi Gattilusio.
Essa prende il nome da questa antica ed importante famiglia genovese che, grazie al florido commercio dell'allume, divenne molto ricca.
Nonostante le aggiunte e modificazione dei secoli, è ancora possibile in parte leggerne l'antica struttura.
75. Torre di Vico Untoria
Il 26 febbraio 1603 il Notaio Gio. Francesco Valdetaro fa stilare l'estimo dei beni del q. Benedetto Centurione che fotografa l'"isola" del Fossello, dove nel 1675 sarebbe sorto Palazzo Canevari (oggi civico 2 di Via Lomellini), agli inizi del Seicento. Veniamo così sapere che su Via Lomellini vi era la domus magna abitata da Gio. Agostino Centurione. Alle spalle di questa sorgeva una casa di proprietà di Nicolò Silvano e "sita in secondo carrubeo untorie eundo ex platea fosselli ad contracta Magnificorum Lomellinorum hoc est prima in ordine intro eundo in dicto carrubeo": era questo un edificio con accesso da Vico Untoria sormontato da una antica torre mozzata.
Il 26 febbraio 1603 il Notaio Gio. Francesco Valdetaro fa stilare l'estimo dei beni del q. Benedetto Centurione che fotografa l'"isola" del Fossello, dove nel 1675 sarebbe sorto Palazzo Canevari (oggi civico 2 di Via Lomellini), agli inizi del Seicento. Veniamo così sapere che su Via Lomellini vi era la domus magna abitata da Gio. Agostino Centurione. Alle spalle di questa sorgeva una casa di proprietà di Nicolò Silvano e "sita in secondo carrubeo untorie eundo ex platea fosselli ad contracta Magnificorum Lomellinorum hoc est prima in ordine intro eundo in dicto carrubeo": era questo un edificio con accesso da Vico Untoria sormontato da una antica torre mozzata.
Quest'ultima, così come le altre antiche case che occupavano l'isola del Fossello, verrà distrutta quando fu edificato palazzo Canevari nel 1675.
76. Torre Piccamiglio (Vico San Marcellino)
Torre Piccamiglio vista dai tetti della Cattedrale di San Lorenzo (foto di Antonio Figari) |
La Torre, "di laterizio che ancora leva il capo da moderni edifizij" come scrive l'Alizeri, è parte dell'attiguo palazzo di proprietà della famiglia Piccamiglio, famiglia di origine tedesca, nota a Genova dal XII secolo.
Essa
si trova in Via del Campo, lato mare, impostata sull'arcata che
introduce in Vico di San Marcellino e non è facilmente visibile al
distratto passante.
Alla sommità è coronata da una triplice cornice di archetti pensili sempre più aggettanti.
Provate ad alzare lo sguardo ed ecco cosa vedrete:
Alla sommità è coronata da una triplice cornice di archetti pensili sempre più aggettanti.
Provate ad alzare lo sguardo ed ecco cosa vedrete:
Torre Piccamiglio vista da via del Campo lato Porta dei Vacca (foto di Antonio Figari) |
Torre Piccamiglio vista da via del Campo lato piazza Fossatello (foto di Antonio Figari) |
77. Torre Ghisulfi
Questa torre sorgeva in Vico dei Fregoso all'altezza dell'omonima piazza lato Via del Campo. Di essa nulla rimane.
78. Torri del Castello
Le fonti storiche narrano che Genova nacque sul colle detto di Castello: siamo nella zona tra la Chiesa di Santa Maria di Castello e Piazza Sarzano; è qui che troviamo le prime testimonianze degli insediamenti che daranno vita alla storia della Superba.
Il luogo di cui vi sto per parlare è parte dell'ex Convento di San Silvestro ora trasformato nella sede della Facoltà di Architettura di Genova. La Seconda Guerra Mondiale ha quasi del tutto raso al suolo questa antica Chiesa e il vicino Monastero (di cui troverete presto la storia nella pagine de le CHIESE di GENOVA).
La campagna di scavi iniziata nel 1968 ha riportato alla luce, tra le altre testimonianze del passato, le fondamenta di una torre, ecco la foto:
Le fonti storiche narrano che Genova nacque sul colle detto di Castello: siamo nella zona tra la Chiesa di Santa Maria di Castello e Piazza Sarzano; è qui che troviamo le prime testimonianze degli insediamenti che daranno vita alla storia della Superba.
Il luogo di cui vi sto per parlare è parte dell'ex Convento di San Silvestro ora trasformato nella sede della Facoltà di Architettura di Genova. La Seconda Guerra Mondiale ha quasi del tutto raso al suolo questa antica Chiesa e il vicino Monastero (di cui troverete presto la storia nella pagine de le CHIESE di GENOVA).
La campagna di scavi iniziata nel 1968 ha riportato alla luce, tra le altre testimonianze del passato, le fondamenta di una torre, ecco la foto:
Le fondamenta di una delle torri del Castello di Genova |
E' proprio vero che la guerra, con le sue ferite, a volte fa riemergere dal passato cose di cui si era persa ogni traccia; o meglio, cose sconosciute ai più ma impresse nella storia genovese: il Genovino, la moneta genovese per eccellenza (a proposito, vi rimando alla pagina dedicata a le ARTI MINORI a GENOVA per approfondire la storia delle monete genovesi), reca sul retro un'immagine, sapete cosa rappresenta?
Essa raffigura il Castello che un tempo sorgeva sulla cima di Sarzano con tre torri e un doppio portico.
Gli "Annales Genuenses" trecenteschi, opera di Giovanni Stella, descrivono il Castello riprendendo l'immagine impressa nel Genovino, immagine che così assume valenza e autorità storica: le tre torri e il doppio portico dunque sono veramente esistiti?
Probabilmente l'immagine del Genovino è più simbolica che reale: il portico, o meglio, il doppio portico, impresso sulla moneta, rappresenta il luogo centrale della città dell'epoca, fulcro della vita politica ed economica.
E' dunque un'immagine stilizzata della città, la cosiddetta "forma civitatis", con mura e porta bifora sormontata dalle torri, immagine che appare anche su un sigillo plumbeo in una antica convenzione firmata nel 1164 tra la Repubblica di Genova e il Re Barisone di Sardegna.
Questo luogo è proprio il Castello, detto anche Casa del Vescovo, poiché antica sede vescovile genovese, che sorgeva dove poi sarebbe stata costruita la chiesa di San Silvestro con annesso monastero.
E' dunque un'immagine stilizzata della città, la cosiddetta "forma civitatis", con mura e porta bifora sormontata dalle torri, immagine che appare anche su un sigillo plumbeo in una antica convenzione firmata nel 1164 tra la Repubblica di Genova e il Re Barisone di Sardegna.
Questo luogo è proprio il Castello, detto anche Casa del Vescovo, poiché antica sede vescovile genovese, che sorgeva dove poi sarebbe stata costruita la chiesa di San Silvestro con annesso monastero.
La campagna di scavi condotta nel dopoguerra non ha dimostrato l'esistenza delle tre torri e del portico dando quindi ancora più credito alla teoria che vede l'immagine del Genovino come "forma civitatis" simbolica e non come reale edificio.
Tuttavia, la foto in bianco e nero sopra pubblicata ci rivela comunque che una torre difensiva era stata costruita lungo il lato orientale delle mura del Castello, torre che nei secoli successivi sarebbe stata usata come fondamenta per le costruzioni sovrastanti.
E non sarebbe stata la sola all'interno del Castello: lungo il muro lato est del Convento di San Silvestro gli scavi hanno infatti evidenziato la presenza di un'altra torre poligonale, anch'essa poi divenuta la base delle sovrastrutture di San Silvestro.
E non sarebbe stata la sola all'interno del Castello: lungo il muro lato est del Convento di San Silvestro gli scavi hanno infatti evidenziato la presenza di un'altra torre poligonale, anch'essa poi divenuta la base delle sovrastrutture di San Silvestro.
79. Le torri lungo le mura della città
Lungo la cinta muraria del XII secolo, le cosiddette "Mura del Barbarossa" (di cui trovate la storia nella pagina dedicata a le PORTE e le MURA di GENOVA, vi erano numerose torri. Ecco quali partendo da Porta dei Vacca.
79.1 Torre e Pusteria di Santa Sabina
Situata tra Porta dei Vacca e Porta di Sant'Agnese, nell'attuale Via delle Fontane, essa prendeva il nome dalla vicina chiesa dedicata alla Santa.
Nulla è rimasto a testimoniare questa torre se non un'antica acquaforte di Antonio Giolfi che nella sua "Veduta della Piazza della Nunziata" ci mostra, con tutta probabilità, come essa doveva presentarsi nel XVIII secolo (la vedete nella parte destra dell'acquaforte, a fianco di Palazzo Belimbau). Non ho la certezza si tratti veramente della Torre di Santa Sabina ma molti indizi mi portano a ritenere fondata questa mia teoria.
Antonio Giolfi "Veduta della Piazza della Nunziata", acquaforte, Genova, Collezioni d'arte Banca Carige |
79.2 Torre Regia
La Torre Regia si trovava dove oggi vi è Via Lomellini, adiacente alla Porta di Sant'Agnese.
La Torre Regia si trovava dove oggi vi è Via Lomellini, adiacente alla Porta di Sant'Agnese.
79.3 Torre di Castelletto
Nel tratto di mura compreso tra il Portello di Pastorezza e il Portello di Fontane Marose (quello che dà il nome all'attuale Piazza Portello) vi era questa torre, posizionata nel luogo dove sarebbe poi stato edificato il Castelletto.
79.4 Torre di Luccoli
La Torre di Luccoli, detta anche "torre dei boschi", inglobata dapprima nelle ultime mura medioevali nel tratto tra il Portello di Fontane Marose e la Porta di Murtedo, venne demolita per dare spazio al bastione di Luccoli delle mura cinquecentesche, detto di San Giovanni Battista.
Il bastione in seguito fu trasformato nel parco di Villetta di Negro e in parte modificato per dare spaio alla splendida cascata che tuttora si può ammirare nella predetta villa.
79.5 Torre Friolente
La Torre Friolente, posta a protezione del portello di Sant'Egidio, situata nell'attuale Via Vernazza, era sita nel tratto di mura tra il sopraddetto portello e Porta Soprana.
La Torre Friolente, posta a protezione del portello di Sant'Egidio, situata nell'attuale Via Vernazza, era sita nel tratto di mura tra il sopraddetto portello e Porta Soprana.
Essa fu dapprima inglobata nei vicini palazzi e infine demolita con lo sterro del colle e l'ampliamento di Piazza De Ferrari dopo il 1892: questa torre aveva pianta a ferro di cavallo come le torri a lato delle porte della città (Porta Soprana, Porta Aurea e Porta dei Vacca).
79.6 Torre di Sarzano
Nel tratto di mura tra Porta Soprana e Porta di Santa Croce vi era la torre di Sarzano che, come immaginerete, trae il nome dalla località nella quale sorgeva.
80. Torre di Palazzo Nicolosio Lomellino
Quella che ora descriverò si distingue dalle precedenti torri non essendo nata nel medioevo e non essendo stata pensata come torre difensiva bensì come elemento architettonico rinascimentale del giardino del Palazzo Nicolosio Lomellino.
Questa torre, alta, bianca e vagamente arabeggiante nelle forme, che si può osservare da Piazza Portello, appena sopra la galleria Giuseppe Garibaldi, collega il giardino inferiore con il giardino superiore del sopracitato palazzo di via Garibaldi, con una scala a chiocciola interna. Di fondazione cinquecentesca, fu probabilmente sopraelevata nel XVII secolo per diventare uno splendido "mirador" da cui godere il panorama del centro storico cittadino.
Se infatti si prosegue la scala a chiocciola oltre la porta che conduce al giardino superiore, si arriva in cima alla torre dove quattro finetre si aprono su Genova: una meraviglia poter osservare la Superba da lassù.
Questa torre, alta, bianca e vagamente arabeggiante nelle forme, che si può osservare da Piazza Portello, appena sopra la galleria Giuseppe Garibaldi, collega il giardino inferiore con il giardino superiore del sopracitato palazzo di via Garibaldi, con una scala a chiocciola interna. Di fondazione cinquecentesca, fu probabilmente sopraelevata nel XVII secolo per diventare uno splendido "mirador" da cui godere il panorama del centro storico cittadino.
Se infatti si prosegue la scala a chiocciola oltre la porta che conduce al giardino superiore, si arriva in cima alla torre dove quattro finetre si aprono su Genova: una meraviglia poter osservare la Superba da lassù.
Scala a chiocciola della Torre di Palazzo di Nicolosio Lomellino (foto di Antonio Figari) |
Panorama dalla cima della Torre di Palazzo di Nicolosio (foto di Antonio Figari) |
81. Torre della Caserma di Via Mascherona
L'edificio che ospitava l'Educandato per le nobili fanciulle in Via Mascherona (di cui trovate storia ed immagini nella pagina de le CHIESE di GENOVA nel paragrafo dedicato a Santa Maria delle Grazie la Nuova) aveva una torre, che insisteva sull'angolo del palazzo tra Vico Vegetti e Salita di Mascherona, costruita dopo che nel 1798 l'Educandato venne confiscato all'ordine religioso e trasformato in caserma.
82. Torre del Castelletto
Un anonimo palazzo in Salita San Gerolamo dalla forma poligonale, appoggiato agli archi dell'Acquedotto Storico, nasce sui resti di una antica torre ottocentesca esterna al Castelletto, ricostruito dai Savoia non a difesa della città, ma piuttosto per controllarla meglio.
Le mura della città infatti all'epoca correvano fino a Forte Sperone, bel lontano dal Castelletto che per la sua posizione centrale era invece un ottimo punto di osservazione sulla città.
Un anonimo palazzo in Salita San Gerolamo dalla forma poligonale, appoggiato agli archi dell'Acquedotto Storico, nasce sui resti di una antica torre ottocentesca esterna al Castelletto, ricostruito dai Savoia non a difesa della città, ma piuttosto per controllarla meglio.
Le mura della città infatti all'epoca correvano fino a Forte Sperone, bel lontano dal Castelletto che per la sua posizione centrale era invece un ottimo punto di osservazione sulla città.
Pensate che non vi siano altre torri da scoprire nel centro storico di Genova? Beh, Vi sbagliate...
(continua...)
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La torre degli Alberici :))))
RispondiEliminaMi hai messo una voglia di andare lassù, speriamo che si possa, dev'esserci una vista bellissima! Che bello questo blog, che bello tanti genovesi che amano Genova!
Ciao! Benvenuta Miss! Anch'io vorrei salire lassù anche se credo sarà difficile. Se e quando ci riuscirò posterò in questa pagina le foto.
EliminaPs: grazie per i complimenti, anche il tuo blog è molto bello!
wow aspetto la seconda torre degli embriaci. sei un mito!! :) baci Cristina
RispondiEliminaLa tua attesa sta per finire...
EliminaBellissima questo blog, dopo una visita a Genova. Mi piace molto!
RispondiEliminaGrazie mille!!!
EliminaComplimenti, ho letto tutto con estrema soddisfazione e spero in ulteriori aggiornamenti.
RispondiEliminaCirca la domanda sulla moneta genovese voglio segnalare che studi recenti la identificano in un "portico", o meglio "doppio portico", come "forma civitatis", ovvero luogo nel quale si prendevano le decisioni importanti che riguardavano la città, era un luogo chiuso su tre lati e nel quarto aperto verso l'esterno con un doppio portico. Questo sito sarebbe stato individuato nella "Casa del Vescovo" che era sulla collina che domina l'insenatura portuale del Mandraccio, questa era la residenza estiva del Vescovo e luogo di aggregazione nei momenti di pericolo per la città. E' stato trovato questo ingresso sul lato ovest durante gli scavi del 1997. Tale porticato è stato disegnato anche su un sigllo plumbeo in una "convenzione" tra la Repubblica di Genova e il Re Barisone di Sardegna siglata nel 1164.
Ciao! Esatto, nient'altro da aggiungere alla tua esaustiva spiegazione del significato dei due archi del Genovino. Presto svelerò invece il significato di ciò che reggono gli archi ed il perché ho inserito questa antica moneta nella pagina dedicata alle torri di Genova, anche se son sicuro che tu l'abbia già capito.
Eliminap.s.: la tua speranza di ulteriori aggiornamenti non rimarrà vana!
Enrico Tortora: complimenti per le ricerche storiche, architettoniche e per le foto. Bellissimo blog. Io sono da sempre amante di esplorazioni nei caruggi. Ho abitato per 20 anni nel palazzo di Vico Valòria a fianco della torre Maruffo che ho fotografato più volte dai pianerottoli del mio palazzo . Ora sono emigrato in altro quartiere e le mie esplorazioni si sono diradate....anche per l'età (73 !!!). Pensa che avevo iniziato anni fa a studiare e a cercare le antiche torri. Ora vorrei "catturare" fotografandolo qul singolare palazzo torre (un parallelepippedo) di colore bianco, che svetta sopra l'ex Archivio di Stato in Via T.Reggio. Non credo sia molto antico e non credo sia di valore ma è certo che è caratteristico e nascostissimo nonostante la centralità in quanto proprio nel punto giusto di Via T.Reggio il cielo è coperto da un archivolto dell'Arcivescovato. Bisognerebbe poter salire sul terrazzo giusto nei dintorni. Ho visto che hai avuto accesso ai tetti del Duomo: forse da lì....chissà. Va beh vedi te se merita un certo interesse e storico e architettonico.....io se potrò continuerò la mia "caccia ai tesori" dei caruggi. Saluti e auguri. E.T.
RispondiEliminaCiao Enrico! Grazie per le tue parole, sono contento ti piaccia il mio blog. Torre Maruffo è una delle mie torri preferite anche perché, dopo aver conosciuto la proprietaria, l'ho "scalata" parecchie volte ed ogni volta quando sei in cima è un'emozione unica avere i vicoli ai propri piedi!
EliminaAnche a me ha sempre incuriosito lo strano parallelepipedo sopra l'ex Archivio di Stato, lo vedo dalla finestra di casa mia svettare sopra tutti i palazzi intorno: quando arriverò alla conclusione dei miei studi sullo stesso li pubblicherò in questa pagina.
Se hai suggerimenti o curiosità da segnalarmi sulle antiche torri di Genova scrivimi una mail a info@isegretideivicolidigenova.com
Piace il tuoblog? E come potrebbe essere altrimenti? E' affascinante! Spero di vederti a scuola, ma se hai troppi problemi io sono all'Embriaco anche l'anno prossimo, con gli stessi bambini... Ciao.
RispondiEliminaCiao Laila! grazie per le tue parole! Come ti dicevo via mail sarà un piacere venir a scuola e raccontare ai tuoi bimbi qualche aneddoto sui nostri vicoli!
EliminaTi scrivo una mail così ci organizziamo!
A presto
sono stato ieri sera amangiare a casa di un mio amico in vico torre delle vigne, dal terrazzo terminale della torre si gode di una vista invidiabile, nella ristrutturazione sono emerse antiche ferritoie. anto nio bruno bruno@aleph.it
RispondiEliminaCiò significa che anche sulla cima la torre conserva ancora elementi antichi: ti scrivo una mail così mi racconti tutto! Grazie!
EliminaCiao! Complimenti per il sito, bellissimo! Sono un appassionato della Genova che fu e che non è più e vorrei chiederti notizie e particolari di due zone di Genova a me care: Piccapietra e la zona di Via Madre di Dio. Hai notizie e particolari inediti (foto comprese) di queste due zone? Genova è magnifica ma questi due luoghi suscitano in me un'emozione particolare. Riguardo a Piccapietra passo spesso da Via dei Cebà (lavoro in zona Corvetto) e vedo presso la zona della COOP un muro posticcio, segno che la strada era a suo tempo più alta di quella attuale. Cosa mi sai dire? Grazie e buona estate! Agostino
RispondiEliminaCiao Agostino! Grazie innanzitutto per le Tue parole.
EliminaAnche a me, sebbene non le abbia vissute in prima persona data la mia età anagrafica, le due zone di Piccapietra e Madre di Dio hanno sempre suscitato un'emozione ed un interesse particolare. Per questo ho deciso dopo tanto pensare (ed è per questo che ti rispondo con così tanto ritardo, scusami) di dedicare in futuro a loro una piccola parte di questo blog dove raccoglierò antiche cartoline, immagini e storie legate a questi due quartieri uccisi dalla scelleratezza di alcuni!
Per quanto riguarda Via dei Cebà, essa racconta ancora in quel muro e in quel palazzo con l'ingresso posto in alto nel nulla, l'antica conformazione di questa strada che correva alta e terminava con una discesa e una scalinata poco distante dal Teatro Carlo Felice. Essa, come le altre vie di questi quartieri, sarà oggetto delle mie ricerche.
Ciao
RispondiEliminaintanto ti volevo fare i complimenti per il lavoro fatto.
questo sito è davvero pazzesco ed incvredibile.
Davvero BEN FATTO!!
ora la mia domanda, o meglio, due:
1) Capisco che Genova è Genova e Cornigliano no (storicamente parlando) ma sarà possibile che integri in futuro anche una parte sulle delegazioni ?
2) parlando di Cornigliano, dato che ho visto con interesse la tua parte sulle torri, volevo sapere se mi potevi dare qualche info storica sulla torre che c'è a Cornigliano di fianco a Villa bombrini (via Muratori Angolo Vico Torre). Guardando le foto dall' alto (Google Maps) si vede cgiaramente che è nell' area del perimetro di Villa bombrini (a lato del braccio sinistro della villa) però pare staccata. Ho fatto ieri sera una foto della torre che puoi vedere qui: http://www.webmasterone.it/wm1/Torre_Bombrini_Cornigliano.jpg
grazie, e ancora.... complimenti
Mario
Caro Mario,
Eliminagrazie anzitutto per le tue parole di apprezzamento.
Venendo alle tue domande, è mia intenzione un giorno ampliare i miei studi anche al di fuori del centro storico.
Per quanto riguarda la "tua" torre, a differenza di quelle di Sampierdarena di cui antichi scritti ci hanno tramandato posizione ed epoca di costruzione (un giorno ne parlerò in questa pagina), le prime notizie su di essa risalgono al periodo di costruzione di Villa Bombrini il cui perimetro era più amplio di quello in cui oggi è "costretta". Se in futuro troverò ulteriore documentazione su di essa ti scriverò.
Buongiorno, complimenti per il sito davvero esaustivo ed interessante. Le chiedo se sia possibile utilizzare il genovino sulla pagina sopra per una pubblicazione sulla city, ovviamente citando l'indirizzo web alla fonte.
RispondiEliminaGrazie Stefano Tarantino di Edizioni del Magistero Genova
Tel. 0105740989
Preg.mo,
EliminaLa ringrazio innanzitutto per le Sue parole di apprezzamento per il mio blog.
La invito a scrivermi una mail a info@isegretideivicolidigenova.com con la sua richiesta specificando quali immagini vorrebbe pubblicare e l'argomeneto della sua pubblicazione.
Un caro saluto
Buonasera, sto studiando il centro storico di Genova e il suo blog è qualcosa di incredibile. Leggere è come camminare per i caruggi, salire sui campanili, entrare nelle corti. Una meraviglia. Grazie di mettere a disposizione tutto questo preziosissimo materiale. Le sono profondamente riconoscente. Un saluto
RispondiEliminaPreg.mo,
Eliminasono io che ringrazio Lei per le Sue bellissime parole di elogio nei miei confronti: felice di condurla alla scoperta dei miei amati vicoli.
Un caro saluto
Antonio
Peccato che non parliate della torre Grimaldina di Sampierdarena inglobata da dei brutti edifici
RispondiEliminaCaro Francesco,
EliminaLa ringrazio per il Suo commento.
Le torri di Sampierdarena sono oggetto di un apposito paragrafo nella pagina de "i SEGRETI dei VICOLI della GRANDE GENOVA".
Un caro saluto
Antonio
Buona sera; per hobby mi interesso di torri, castelli e forti e trovo molto interessante questo suo lavoro sulle torri del centro storico; sicuramente dedicherò un pò di tempo per venirle a vedere, quanto meno dall'esterno, e per farle inserire nel repertorio nazionale che fa capo al "Diploma dei Castelli Italiani" e a quello internazionale "World Castle Award"; diplomi che hanno molto seguito nell'ambito dei radiomatori italiani ed europei. Vorrei chiederle se ha notizie di un palazzo, in condizioni fatiscienti, con una torre posizionata in uno degli angoli, che si trova in via Salita superiore della Noce, a San Martino, proprio di fronte alla sede regionale della RAI; torre che ho notato nei giorni scorsi, proprio salendo verso il padiglione 13. Se avesse qualche notizia storica gliene sarei grato. Cordialità, Gian Piero Asselle.(da Imperia)
RispondiEliminaCaro Piero,
EliminaLa ringrazio per le Sue parole.
La Torre di cui parla è quella posta all'angolo di Villa Donghi in Salita della Noce: trova la storia di questa villa e della torre nella pagina de "i SEGRETI dei VICOLI della GRANDE GENOVA".
Sempre in argomenti "torri", nella stessa pagina troverà un paragrafo dedicato alla torri di Sampierdarena.
Se ha altre domande da pormi non esiti a scrivermi qui o alla mia mail info@isegretideivicolidigenova.com
Un caro saluto
Antonio
Buona sera Antonio; domenica 29/10 sono stato nei vicoli del centro storico per fotografare le torri, le porte e le mura; ho impiegato diverse ore per completare il giro, nonostante avessi a supporto una copiosa documentazione tratta dal suo lavoro. Ancora mi complimento per quanto lei ha messo a disposizione. Mi occorrerà ancora una giornata per completare le mura e le torri delle ville di Sampierdarena e Cornigliano.
RispondiEliminaCome le ho scritto nella email, le sono grato se vorrà chiarirmi i dubbi che le ho posto; cordialità Gian Piero Asselle.
Caro Gian Piero,
EliminaLa ringrazio per le Sue parole di elogio.
Felice di sapere di averLa aiutata con i miei scritti nel Suo giro per i miei amati vicoli.
Ho letto la Sua mail, Le risponderò al più presto.
Un caro saluto
Antonio
Sempre un piacere leggere il tuo blog! Ieri pensavo che è una vergogna: quanto poco facciamo a scuola su Genova!
RispondiEliminaCara Laila,
Eliminasempre un piacere per me leggere le tue parole di apprezzamento!
Ti ringrazio!