le PORTE e le MURA di GENOVA


In questa pagina troverete la storia delle Porte e della Mura di Genova


INDICE
1. Le Porte di Genova
2. Le Mura di Genova

  
 * * *

1. Le Porte di Genova


(the gates of Genoa, les portes de Gênes, las  puertas de Génova, as portas de Génova, портов Генуи, ジェノヴァの港,  热那亚的港口, موانئ جنوى ) 

Le Porte che circondavano il centro storico di Genova erano molte ed ognuna con una sua storia da raccontare. Oggi purtroppo poche di esse sono ancora visibili.
In questa pagina Vi racconterò la storia delle porte del centro storico della Superba, sia di quelle ancora in piedi, sia di quelle ormai solo sui libri o nella memoria dei genovesi.



INDICE
1.1 Porta Soprana
1.2 Porta di Serravalle
1.3 Porta di San Pietro
1.4 Porta del Castello
1.5 Porta dei Vacca
1.6 Porta Aurea
1.7 Porta di San Torpete
1.8 Portello

1.9 Portello di Pastorezza
1.10 Porta di Sant'Agnese
1.11 Porta di Murtedo
1.12 Porta di Sant'Egidio
1.13 Porta di Santo Stefano (detta anche Porta dell'Arco o degli Archi)
1.14 Porta dell'Olivella
1.15 Porta di Santa Caterina o dell'Acquasola
1.16 Porta di Carbonara
1.17 Porta di Pietraminuta
1.18 Porta detta del Principe o di San Tommaso
1.19 Porte in corrispondenza dei Ponti
1.20 Porta di San Marco
1.21 Porta della Giaretta
1.22 Porta del Molo (comunemente ed erroneamente detta "Siberia")
1.23 Porta Pila
1.24 Porta Romana
1.25 Porta di San Bartolomeo
1.26 Porta di San Bernardino
1.27 Porta delle Chiappe o di San Simone  
1.28 Porta Sperone
1.29 Porta di Granarolo
1.30 Porta Murata
1.31 Porta degli Angeli
1.32 Porte della Lanterna
1.33 Porta di San Lazzaro
1.34 Portello al ponte che conduceva ai giardini del Principe Doria


1.1 Porta Soprana

Porta Soprana, detta anche di Sant'Andrea, cosi come si presentava
prima che fossero abbattute le case  in vico dritto di Ponticello
 
 
Porta Soprana, o di Sant'Andrea, con le sue slanciate torri, è uno dei simboli della città di Genova. Situata sulla sommità del Piano di Sant’Andrea, che le dà il nome, fu eretta nel IX secolo d.C. e modificata negli anni precedenti al 1155, in occasione della costruzione della nuova cinta muraria detta “del Barbarossa”. Nata come accesso principale alla città, oggi rappresenta una delle porte che introducono il turista nel centro storico della Superba.
Se osserviamo l'antica immagine qui sopra, difficilmente risciamo a scorgere la nostra porta.
Persa la sua funzione difensiva con l'amplimento della cinta muraria infatti, la porta viene piano piano "inghiottita" dall'espandersi del vicino quartiere di Ponticello i cui edifici arrivano a toccare la parte esterna delle torri della porta. 
Quella che vedete nell'immagine qui sopra è Vico Dritto di Ponticello e quell'arco in fondo all'immagine è l'arco tra le torri di Porta Soprana. Su di esso, come notate dalla foto, fu edificata una abitazione ad un piano (che divenne a due piani nel XIX Secolo). Qui abitò il figlio di quel Charles-Henry Sanson che passò alla storia per essere stato il "bourreau", il boia, che aveva ghigliottinato il re di Francia Luigi XVI e la regina Maria Antonietta ma non solo: tra le 2.918 teste che caddero nella cesta posizionata sotto la sua ghigliottina, ricordiamo anche quella di Robespierre o dell'astronomo Jean Sylvain Bailly  (una curiosità: Charles-Henry iniziò questo mestiere quando il padre morì nel 1778. Il titolo di "Executeur des hautes oeuvres de Paris" (Esecutore delle alte Opere di Parigi), l'ufficiale che era incaricato di eseguire le sentenze giudiziarie quando queste riguardassero pene corporali, compresa la pema di morte, fu acquisito dal bisnonno di Cherles-Henry ed era ereditario).
Nell'Ottocento, quando il vicino convento di Sant'Andrea fu riconvertito in carcere, le torri di Porta Soprana divennero prigioni.
Se vi capita sott'occhio un'immagine antica della Porta potrete notare, penzolanti al centro dell'arco, alcuni anelli della catena del Porto di Pisa che qui, come in altri luoghi del centro storico, erano state appese dopo che Genova aveva sconfitto Pisa nel 1290. Gli anelli della catena vennero restituiti a Pisa dopo l'unità d'Italia e oggi sono conservati nel cimitero munumentale della città toscana (vi rimando al paragrafo 11 della pagina de le PIETRE parlanti per approfondire il tutto: tra le tante cose, troverete anche un antico bassorilievo su queasto tema, oggi conservato nel Museo di Sant'Agostino, un tempo incastonato in facciata di un palazzo di Vico Dritto Ponticello).
La Porta, come si presenta oggi, è frutto del restauro voluto e diretto da Alfredo D'Andrade, direttore della Soprintendenza di Belle Arti a Genova alla fine dell'Ottocento, che come saprete, interverrà su tanti palazzi del nostro centro storico (Porta Soprana e Palazzo San Giorgio sono forse gli esempi più conosciuti). E' in questo periodo che la torre settentrionale viene ripristinata. 
Negli anni 30 del Novecento, con la nascita di Piazza Dante, viene demolito Vico Dritto Ponticello e con esso la casa che insisteva, inglobandola, sulla torre meridionale di Porta Soprana: con un restauro guidato da Orlando Grosso, anche questa torre fu riportata all'antico splendore.
Di seguito la porta come si presenta oggi:
 
Le torri
(foto di Antonio Figari)
Le torri viste dall'interno delle mura
(foto di Antonio Figari)


Sui due pilastri della porta ci sono due iscrizioni.
Sul pilastro meridionale una scritta dice:

(foto di Antonio Figari)

† IN NOmInE omnIPOTENTIS DEI PATRIS ET FILII ET SPirituS SancTI AMen
SUM MUNITA VIRIS - MURIS CIRCUMDATA MIRIS
ET VIRTUTE MEA PELLO ProCUL HOSTICA TELA
SI PACEM PORTAS LICET HAS TIBI TANGERE PORTAS
SI BELLUM QUERES TRISTIS VICTUSQue RECEDES
AUSTER ET OCCASus SEPTEMPTRIO NOVIT ETORTus
QUANTOS BELLORUm SUPERAVI IANUA MOTus
IN ConSULATU COmunIS WILLelmi PORCI - OBerTI CANCELLarII - IOHanniS MALIUCELLI ET Willelmi LUSII
ET PLACITORum BOIAMUNDI DE ODONE - BONIVASSALLI DE CASTRO - WIllelmi STANCOnIS
WillelmI CIGALE - NICOLE ROCE ET OBerTI RECALCATI



(† In nome dell'Onnipotente Dio Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
Ben presidiata d'uomini e munita di una mirabile cinta di mura,
tengo col mio valore lontani gli ostili colpi.
Se vieni apportatore di pace potrai passare da queste porte
se guerra minacci, triste e vinto dovrai ritirarti.
A mezzogiorno e a ponente, a settentrione e a levante è noto
di quanti incontri guerreschi riuscii a superare, io, Genova.
Nel consolato di: Guglielmo Porco, Oberto Cancelliere, Giovanni Maliauccello e Guglielmo Lusio;
e dei consiglieri Boiamondo di Odone, Bonvassallo di Castro, Guglielmo Stangone,
Gugliemo Cigala, Nicola Roca e Oberto Recalcati.)



Su quello settentrionale un'altra targa marmorea ricorda che:
(foto di Antonio Figari)

MARTE MEI PoPuLI FUIT HACTENUS, AFFRICA MOTA
POST ASIE PARTES ET AB HINC YSPANIA TOTA
ALMARIAM CEPI TORTOSAMQue SUBEGI
SEPTIMUS ANNUS AB HAC ET ERAT BIS QUARTUS AB ILLA
HOC EGO MUNIMEN CUm FECI IANUA PRIDEM
UNDECIES CENTENO CUM TOCIENSQUE QUINO
ANNO POST PARTUM VENERANDE VIRGINIS ALMUm
IN CONSULATU COmunIS Willelmi LUSII - IOHannIS MALIAUCELLI - OBerTI CAnCELLARii
Willelmi PORCI - DE PLACITIS OBerTI RECALCATI - NICOLE ROCE - Willelmi
CIGALE - Willelmi STANGONI, BONIVASSALLI DE CASTRO ET
BAIAMUNDI DE ODONE M



(Colla forza del mio popolo fu già l'Africa tocca
dopo altre parti dell'Asia e poi quasi tutta la Spagna.
Soggiogai l'Almeria e Tortosa
or son sett'anni da questa ed erano otto anni da quella,
quando, io, Genova, posi questo ricordo
verso l'undecimo secolo più undici lustri
dopo l'almo parto della Veneranda Vergine.
Nel consolato di: Guglielmo Lusio, Giovanni Maliauccello, Oberto Cancelliere
Guglielmo Porco; e dei Consiglieri Oberto Recalcati, Nicola Roca, Guglielmo
Cigala, Guglielmo Stangoni, Bonvassallo di Castro e
Boiamondo di Odone. M.)


Porta Soprana e le sue torri sono visitabili: saliti in cima dopo avere scalato alti gradini potrete godere di una vista incredibile sui vicoli di Genova.


Il camminamento sotto le torri
(foto di Antonio Figari)


Salita del Prione vista dalla camminamento in mezzo alle torri
(foto di Antonio Figari)



Le torri viste dalla camminamento in mezzo alle Torri
(foto di Antonio Figari)


L'interno della torre di sinistra vista dal basso
(foto di Antonio Figari)


Una feritoia lungo la scala che porta in cima alla torre di sinistra
(foto di Antonio Figari)


La porta si apre e si giunge in cima ad una delle torri di Porta Soprana
(foto di Antonio Figari)


La mole di una torre vista dalla cima dell'altra
(foto di Antonio Figari)


I merli delle torri
(foto di Antonio Figari)


Via Ravecca vista dalla cima di una delle torri
(foto di Antonio Figari)


Il centro storico visto dalla cima di una delle torri
(foto di Antonio Figari)

Il centro storico visto dalla cima di una delle torri
(foto di Antonio Figari)

Il centro storico visto dalla cima di una delle torri
(foto di Antonio Figari)


Il centro di Genova e i monti visti dalla cima di una delle torri
(foto di Antonio Figari)



1.2 Porta di Serravalle

La Porta di Serravalle, posta accanto alla cattedrale di San Lorenzo, era uno degli ingressi a ponente di Genova: essa era collegata, con imponenti mura, facenti parte della cinta muraria del IX Secolo, di cui oggi rimangono alcuni resti inglobati in un palazzo di Via Tommaso Reggio, alla più meridionale Porta di San Pietro.

Un tratto delle mura ancora visibile in Via Tommaso Reggio che collegavano la Porta di Serravalle alla Porta di San Pietro
(foto di Antonio Figari)

1.3 Porta di San Pietro

La Porta di San Pietro, un tempo la porta principale a ponente, si trovava a fianco della Chiesa di San Pietro in Banchi (collocata diversamente da dove la vediamo oggi, ricostruzione  tardocinquecentesca dell'architetto Taddeo Carlone). 
La sua struttura coincideva con quella dell'attuale archivolto che chiude la Via di San Pietro della Porta prima di arrivare in Piazza delle Cinque lampadi.  Proprio perche' accanto alla porta la Chiesa di San Pietro era detta appunto di San Pietro della Porta.

L'archivolto delle Cinque Lampadi
(foto di Antonio Figari)




1.4 Porta del Castello

La Porta del Castello era situata nella zona di Sarzano, non lontano dalla Chiesa di Santa Croce (officiata nel XII secolo dalla comunità dei Lucchesi presenti in Genova), sita nell'omonima piazza.

Questo archivolto si trova dove una volta sorgeva la Porta del Castello
(foto di Antonio Figari)



1.5 Porta dei Vacca

La porta dei Vacca, inizialmente denominata porta di Santa Fede per la vicinanza con l'omonima chiesa (di cui oggi rimangono purtroppo solo i resti all'interno di una struttura ad uso ufficio comunale), prende il nome dalla antica e nobile famiglia dei Vacchero, proprietaria di alcune abitazioni nella zona. Usata a lungo anche come prigione, fu teatro di giudizi ed esecuzioni capitali.
Essa è stata per anni il limite occidentale della città di Genova. La sua costruzione è da datare tra il 1155 e il 1159 subito dopo la copertura del rivo Carbonara.
Questa porta divenne così parte del sistema difensivo della terza cerchia di mura per far fronte ad eventuali aggressioni di Federico Barbarossa.
Porta dei Vacca
(foto di Antonio Figari)
La sua posizione è strategica anche per un altro motivo: di lì passava l'importantissima "Via del Sale". I magazzini di questo prezioso minerale erano infatti in zona Darsena, appena fuori da questa porta.  
Passando alla sua descrizione architettonica l'esterno è in tipico stile gotico: presenta due sottili e alte colonne bianche e nere con capitello corinzio che sostengono un arco a sesto acuto nel cui spazio si articolava la massiccia porta di ingresso. Lo spessore della massa lignea d'accesso doveva essere considerevole poichè l'intera struttura risulta avere una notevole profondità. Nel versante interno invece la porta dei Vacca si presenta con un grande arco a sesto acuto che si basa su due ordini di colonne. Queste sono formate da un supporto più robusto che ne sorregge uno più piccolo di chiara funzione ornamentale: i capitelli sono, in tutti e quattro i casi, compositi, cioè che non si rifanno a nessun canone classico. Nel Medioevo la cultura greca era pressochè sconosciuta e, perciò, il fatto è giustificabile. In questi capitelli compare molte volte un'aquila, simbolo dell'Impero Germanico con a capo il Barbarossa, grande nemico della città: questo a significare che l'Impero nordico doveva sorreggere un monumento genovese e, quindi, capitolare. Nello spessore della porta si può individuare, osservando il tutto dall’odierna Via delle Fontane, uno spazio anticamente dedicato ad un'edicola religiosa mentre, a circa un paio metri da terra, vi sono due iscrizioni in stile gotico delle quali una sola risulta ancora leggibile; anche questo segno di come lo stile artistico allora in voga fosse il gotico, di chiaro orientamento germanico. Da notare infine i colori che prevalgono sugli altri nell'intera struttura: il bianco e il nero. La porta è sormontata da due torri merlate dove si trovavano probabilmente le abitazioni. A media altezza è possibile osservare un ponticello di guardia anch'esso merlato. Nel 1782 le due torri vennero rivestite con materiale lapideo da G.B. Pellegrini che aprì anche finestre e poggioli incorporando la torre nord nel contiguo Palazzo Serra. Nel 1960  lavori di restauro riportarono alla luce elementi caratteristici della torre posta sul versante mare ridonandole l’aspetto originario che si era perduto nei secoli.


L'iscrizione sul lato destro di Porta dei Vacca
(foto di Antonio Figari)

Il complesso fu  particolarmente importante  nella storia cittadina e ciò è testimoniato dal fatto che, dalla sua posizione, dipendevano e tutt'oggi dipendono i nomi di due vie: Via del Campo e Via di Prè. La prima si trovava all'interno della città e, perciò, la terra che attraversava era curata e coltivata; la seconda, non essendo compresa nelle mura, conteneva i prati incolti e abbandonati. Dalla Porta dei Vacca la cinta muraria continuava fino all'odierno Castelletto risalendo, più o meno, il corso del Rio Carbonara.
L'arco di Porta dei Vacca e i merli visti da Via del Campo 
(foto di Antonio Figari)


Porta dei Vacca vista da sotto 
 (foto di Antonio Figari)


Le torri di Porta dei Vacca viste dal camminamento tra le stesse
 (foto di Antonio Figari)


Via del Campo vista da Porta dei Vacca
 (foto di Antonio Figari)


 capitelli a guisa di aquile imperiali
(foto di Antonio Figari)


L'iscrizione sul lato sinistro di Porta dei Vacca
(foto di Antonio Figari)


1.6 Porta Aurea
La Porta Aurea in una vecchia cartolina

La Porta Aurea, essa pure con due torri a pianta a ferro di cavallo, come Porta Soprana e Porta dei Vacca, mozzate nel XVIII secolo, sorgeva nella zona di Portoria, oggi forse più conosciuta come Piccapietra.
Essa venne definitivamente demolita nei primi anni sessanta del Novecento con la realizzazione del nuovo quartiere, uno degli scempi architettonici più gravi del XX secolo a Genova compiuto dagli amministratori locali dell'epoca senza che la popolazione genovese potesse opporsi. 
Non tutto però e' andato perduto: se guardate con attenzione la nicchia sopra l'arco della porta noterete una statua della Madonna in marmo. Essa e' oggi conservata nel Museo di Sant'Agostino (insieme ad altri frammenti della Porta).
Le cronache raccontano che le pietre che erano parte di questa porta non furono disperse ma numerate e conservate in un deposito comunale (tuttavia nessuno di coloro che ho interpellato sembra sapere dove e forse si tratta solo di una leggenda).
Una curiosità che pochi sanno: la Porta Aurea era chiamata anche "Porta D'Oria" poiché era stata costruita su terreni di proprietà di questa nobile famiglia. I genovesi, contraendo il nome, la chiamavano Port'Oria: e Portoria è la denominazione che nei secoli è stata data a questo antico quartiere. 


1.7 Porta di San Torpete

Si hanno notizie di questa porta già nella cinta muraria cittadina nel 935 d.C.
Vicino ad essa vi era e tuttora si può ammirare la Chiesa dedicata a San Torpete, fondata dai pisani, che in questa zona avevano la loro loggia del commercio, i quali dedicarono il tempio al loro concittadino Torpete, martire del primo secolo.


1.8 Portello

La Porta del Portello, collocata dove oggi c'è Piazza Portello, introduceva a Strada Nuova (l'attuale via Garibaldi) attraverso un vicolo che passava tra i palazzi Imperiale Lercari e Cambiaso. 
Deve il suo appellativo al fatto che qui sorgeva una piccola porta, "portello" appunto. Uscendo dal Portello, dove ora vi è Via Caffaro, vi erano terreni coltivati ad oliveti.
Intorno al 1855, la porta fu demolita e la piazza pian piano divenne uno dei principali snodi viari del centro cittadino con la costruzione delle due gallerie oggi denominate Giuseppe Garibaldi e Nino Bixio.

Via del Portello 
(foto di Antonio Figari)


1.9 Portello di Pastorezza

Il Portello di Pastorezza era parte delle mura del Barbarossa lungo il perimetro nord tra il Portello sopra Piazza Fontane Marose e la Porta di Sant'Agnese.
Esso è ancora visibile benché inglobato prima nell'acquedotto cittadino e poi nei palazzi dei secoli successivi.
La sua collocazione era ai piedi della collina di Castelletto, poco sopra la Piazza dei Forni Pubblici, l'attuale Piazza della Zecca.

Il Portello di Pastorezza
(foto di Antonio Figari)
 
Il Portello di Pastorezza visto dall'interno
(foto di Antonio Figari)




1.10 Porta Sant'Agnese 

La porta faceva parte delle Mura del Barbarossa e si trovava tra  la Torre Regia e la Torre e Pusteria di Santa Sabina.

Il Poleggi così la descrive: "Era un portello munito di torretta localizzato in capo a Via Lomellini, conduceva a Carbonara". 
Deve il suo nome al fatto che essa sorgeva nei pressi della chiesa di Sant'Agnese appena fuori dalla pianura del Vastato (l'odierna Piazza della Nunziata). 
Sia la porta che la vicina chiesa sono oggi scomparse e rimane di esse solo il nome della via dedicata alla Santa e alcuni frammenti dell'edificio sacro inglobati in un moderno palazzo (vi rimando al capitolo dedicato a questa Chiesa alla pagina de le CHIESE di GENOVA per approfondire il tutto).



1.11 Porta di Murtedo 

La porta di Murtedo, costruita tra il 1155 e il 1161, sorgeva all'altezza dell'attuale Largo Lanfranco dove inizia Salita Santa Caterina, attigua al complesso conventuale dedicato alla Santa fondato nel 1228 dalle Clarisse: per questa ragione era detta anche Porta di Santa Caterina (stiamo parlando del complesso monastico detto di Santa Caterina di Luccoli, dedicato a Santa Caterina di Alessandria, da non confondersi con il complesso monastico di Santa Caterina  che sorgeva e ancora oggi si trova in Portoria presso l'Ospedale Pammatone, quest'ultimo dedicato a Santa Caterina Fieschi Adorno; vi rimando alla pagina de le CHIESE di GENOVA per approfondire il tutto). 
Appena fuori dalla porta sorgeva il colle di Murtedo coperto da oliveti e ville, dove nel XVI Secolo Tobia Pallavicino, già proprietario di un palazzo in Strada Nuova (l'odierno civico 4 oggi sede della Camera di Commercio), farà costruire la sua villa suburbana, la splendida villa detta "delle Peschiere".
Sia la porta che la chiesa con l'attiguo monastero di Santa Caterina sono andati distrutti.
La porta fu sostituita nel 1536 dalla  nuova porta dell'Acquasola che si trovava più a nord, dove oggi vi è Piazza Corvetto, quando vennero costruite nuove mura cittadine nella zona.


1.12 Portello di Sant'Egidio

Il portello di Sant'Egidio si trovava dove oggi sorge Via Vernazza e  fu demolito con l'apertura di Strada Giulia nel seicento. 
Esso era parte della cinta muraria del IX-X secolo.
La porta prende il nome dall'antica chiesa dedicata a Sant'Egidio che sorgeva in questa zona. Sull'area dell'antica chiesa nel 1220 i Padri Predicatori costruirono la chiesa di San Domenico che insieme al convento occupava fino al diciannovesimo secolo l'area dove oggi vi sono l'Accademia Ligustica ed il Teatro Carlo Felice. 


1.13 Porta di Santo Stefano (detta anche Porta dell'Arco o degli Archi)

Luigi Garibbo, Porta d'Arco o Santo Stefano, acquarello su carta



Questa maestosa porta con colonne doriche di marmo travertino, progettata da Pier Antonio da Carona e Antonio Roderio, fu eretta tra il 1540 ed il 1548. Prende il nome dalla vicina chiesa di Santo Stefano.
Essa si trovava dove oggi è posizionato il Ponte Monumentale che verrà costruito mentre la stessa veniva abbattuta.
Di Taddeo Carlone è la statua in marmo di Santo Stefano posizionata in una nicchia sopra l'arco d'ingresso.
A causa delle trasformazioni urbanistiche di fine ottocento che porteranno alla nascita di Via Venti Settembre venne deciso il suo trasferimento con delibera comunale del 10 maggio 1896 e la porta fu ricomposta presso le Mura del Prato, in Via Banderali (la strada che collega l'Ospedale Galliera a Via Macaggi), dove oggi si può ammirare.


Porta di Santo Stefano
(foto di Antonio Figari)




La statua di santo Stefano posta sopra la porta
(foto di Antonio Figari)




La lapide marmorea che ricorda quando la porta fu trasferita dove oggi la vediamo
(foto di Antonio Figari)


1.14 Porta dell'Olivella

La porta dell'Olivella era parte delle mure del XIV secolo.
Essa sorgeva poco sopra il complesso conventuale di Santa Caterina di Portoria dedicato a santa Caterina Fieschi (il quale sorge dietro il Tribunale nella zona di Pammatone e da non confondere con il convento di Santa Caterina di Luccoli che sorgeva nell'omonima salita), e rappresentava l'ingresso del quartiere di Portoria.
Nel cinquecento con la costruzione delle nuove mura essa fu otturata e prese la sua funzione di porta della città la vicina Porta di Santo Stefano.
Pochi sanno che nei pressi di questa porta aveva la sua abitazione un artigiano, Domenico Colombo (1418 - 1499 o 1500), padre di Cristoforo, che della porta era il custode. Il figlio Cristoforo sarà battezzato nella vicina chiesa di Santo Stefano.
Nell'ottocento, in seguito alla risistemazione urbana della zona progettata dal Barabino che porterà tra le altre cose alla costruzione del Parco dell'Acquasola, la porta viene riaperta e il percorso interno allungato dandole l'aspetto che ancora oggi possiamo osservare quando da Via Carcassi  o da Via Bartolomeo Bosco saliamo in Corso Andrea Podestà: non si tratta in realtà di un "detamponamento"della porta chiusa nel cinquecento quanto piuttosto di una sorta di nuova porta poiché i bastioni dell'Acquasola nell'ottocento furono sottoposti a pesanti interventi.

Porta dell'Olivella
(foto di Antonio Figari)


Il tramonto visto dalla Porta dell'Olivella
(foto di Antonio Figari)


1.15 Porta di Santa Caterina o dell'Acquasola

Costruita nel 1536, essa si ergeva all'incirca dove oggi vi è la Statua di Vittorio Emanuele II in Piazza Corvetto. Questa porta andava a sostituire la più antica porta del Murtedo (descritta al precedente paragrafo 1.11 ed anch'essa anche detta, vista la vicinanza al relativo monastero, Porta di Santa Caterina) che sorgeva poco distante ed era stata eretta in occasione della costruzione della cinta muraria del 1155.
Essa fu demolita nel 1837 nell'ambito degli interventi ottocenteschi che apportarono radicali cambiamenti in tutto il centro cittadino.
Non tutto è perduto però: la statua di Santa Caterina da Alessandria che adornava la porta, splendida opera di Guglielmo della Porta, è tuttora esistente e conservata in una nicchia alla sommità della prima rampa dello scalone dell'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova. Ecco come la descrive l'Alizeri:
"Al sommo della scala medesima, entro una nicchia, soverchia al bisogno, fu posta una statua di Santa Caterina d'Alessandria scolpita da Fra Guglielmo Dalla Porta, esistente già sopra le porte dell'Acquasola; ma parmi che i vizi dello scultor milanese sovrabbondino in quest'opera. Nella basa fu scolpita un'epigrafe dettata dal benemerito P. Spotorno, ch'è di questo tenore: opus Gulielmi a Porta Aquasolani pomerii aditu iam emotum ad bonarum artium academiam extructam nuperrime decori augendo signoque servando traslatum. Anno MDCCCXXX".

La statua di Santa Caterina d'Alessandria
(foto di Antonio Figari)


Le parole scolpite sotto la statua
(foto di Antonio Figari)



1.16 Porta di Carbonara 

Nel 1345, con l'ampliamento delle Mura a ponente, vengono costruite tre nuove porte:
- Porta di Carbonara;
- Porta di Pietraminuta;
- Porta di San Tommaso.
La porta di Carbonara sorgeva a fianco dell'omonima Torre, in una zona che ancora non aveva subito gli effetti dell'edificazione.
Nel 1658 la porta viene chiusa e in sua sostituzione viene edificata a poca distanza la Porta di Santa Marta per dare accesso rettilineo all'Albergo dei Poveri.
Quest'ultima venne demolita nel 1870 con l'apertura di Via Brignole di Ferrari. 
L'aquarello di Domenico Cambiaso qui sotto rappresentato è l'unica raffigurazione conosciuta della Porta di Santa Marta.


Acquarello di Domenico Cambiaso raffigurante la Porta di Santa Marta


1.17 Porta di Pietraminuta

Essa si trovava in prossimità della Torre di Pietraminuta.
Il bastione di Pietraminuta è ancora oggi esistente e percorribile: da Via Balbi, tra il Collegio dei Gesuiti e il complesso di San Carlo, esso si inerpica fino a Via Kassala.




1.18 Porta detta del Principe o di San Tommaso

Essa si trovava di fronte al palazzo di Villa Doria a Fassolo (comunemente conosciuto come "Palazzo del Principe") e venne demolita, insieme alle vicine mura, nel 1842 per realizzare il tratto di ferrovia presso la stazione di Principe.
Questa porta è ricordata dalle cronache per due avvenimenti legati alla storia della città. Nel 1547, durante la cosiddetta "Congiura dei Fieschi", nell'andito della porta, fu ucciso da una archibugiata in pieno petto Giannettino Doria. 
Due secolo dopo, nel dicembre del 1746, la Porta di San Tommaso fu utilizzata dagli austriaci per fuggire quando la città, "risvegliata" dal piccolo Balilla, era insorta contro l'odiato straniero. Presso questa Porta si svolse una battaglia molto cruenta come ci testimonia un dipinto del Comotto conservato al Museo del Risorgimento di Genova e i tanti racconti che narrano le gesta ed il coraggio dei Genovesi in questi giorni di rivolta ed in particolare, proprio in questo luogo, quelle del giovane Giovanni Carbone (di cui trovate la storia nella pagina dei poeti SANTI scrittori AVVENTURIERI).

Giuseppe Comotto - Rivolta presso la Porta di San Tommaso (Genova - Museo del Risorgimento)


I Genovesi, nel 1749 collocarono una statua della Madonna all'interno della Porta in segno di gratitudine verso la Madre Celeste e sotto, su una lapide di marmo, incisero le seguenti parole:

DEI MATRE AUSPICANTE
PORTIS VINDICATIS
OBSIDIONE SOLUTA
VOLUNTARII EX CIVIBUS MILITES
PATRONE OPTIME MAXIME
ANNO MDCCXLIX

La statua della Madonna, quando fu demolita la Porta, fu trasportata prima al Seminario che si trovava presso Porta degli Archi (oggi lì è ospita la Biblioteca Berio) ed in seguito trasferita nel nuovo Seminario al Righi nella cappella invernale, ove tuttora è collocata.
Le statue in pietra del SS. Salvatore e San Tommaso, originariamente collocate in una nicchia sopra la porta, sono oggi conservate nella chiesa di San Tommaso in Via Almeria. Ecco come le descrive Santo Varni nel IV volume degli "Atti della Società di Storia Patria": "intorno al 1540 egli (Gian Giacomo della Porta di Bartolomeo padre del celebre Guglielmo, comaschi) eseguiva per commissione del Senato il gruppo marmoreo di S. Tommaso, che appressa la mano al costato di Cristo, che videsi fino a nostri giorni sopra le porte della città che prendevan nome da tal Santo; e dopo la demolizione delle medesime fu collocata sopra l'ingresso del tempio a lui dedicato: che tale gruppo sia opera di Gian Giacomo si rileva da documenti rinvenuti nell'Archivio, i quali stanno contro l'asserzione di tutti gli storici che fin qui l'attribuiscono a Guglielmo, abbenchè ne siano lontani la lavorazione e lo stile che in questa scultura si mostra goffo e pesante". Dalla facciata della chiesa di San Tommaso, ove si trovavano al tempo di Santo Varni, le statue furono poi trasferite all'interno della chiesa stessa dove ancora oggi possiamo ammirarle.


1.19 Porte in corrispondenza dei Ponti

Nel 1537 Giovanni Maria Olgiati presenta il progetto per la sesta cinta delle Mura, progetto che sarà poi preso in mano e rivisto da Antonio da Sangallo.
A questo periodo risale la fortificazione della linea di costa con l'edificazione di un nuovo tratto di mura tra Porta San Tommaso ed il Molo Vecchio in punta al quale verrà edificata la Porta del Molo (comunemente ed erroneamente detta "Siberia").
Sulla linea di costa, in corrispondenza dei vari ponti, verranno aperte altrettante porte che dai ponti stessi prenderanno il loro nome e così:
- Porta di Ponte dei Cattanei;
- Porta di Ponte della Mercanzia;
- Porta di Ponte Reale;
- Porta di Ponte Spinola;
- Porta di Ponte Calvi.


In questo particolare di un'incisione di A. Giolfi, si può notare la Porta di Ponte Reale e sul ponte il Barchile di Ponte Reale, oggi al centro di Piazza Colombo


La Madonna Regina di Genova, statua un tempo situata sulla Porta di Ponte Reale, oggi in Piazza dei Cappuccini Genova



In questo particolare di un'incisione di A. Giolfi, si può notare la Porta di Ponte della Mercanzia e alla sue spalle i "quartieri" del Portofranco



1.20 Porta di San Marco

La Porta di San Marco si trova presso le Mura della Malapaga: più che di una porta sarebbe giusto parlare di un "portello" a servizio dello scalo del grano.
Essa prende il nome dalla vicina Chiesa di San Marco al Molo: entrati da questa Porta un tempo si era a pochi passi dall'ingresso della Chiesa.
Dopo la costruzione delle mura cinquecentesche, la Chiesa di San Marco si viene a trovare dentro al perimetro di esse: in questo periodo viene capovolto l'orientamento della Chiesa. Essa è anche chiamata "della Marinetta" come ricorda una targa affissa a poca distanza.


1.21 Porta della Giaretta

Insieme alla Porta di San Marco sopradescritta, questa porta sorgeva lungo le Mura della Malapaga. 
Il nome Giaretta significa "approdo riparato", proprio perché essa sorgeva davanti al molo.


1.22 Porta del Molo (comunemente ed erroneamente detta "Siberia")

Parte della cinta muraria cinquecentesca, questa porta è stata progettata dall'Architetto Galeazzo Alessi e realizzata tra il 1550 e il 1553 da Antonio Roderio da Carona: considerata un capolavoro dell'architettura militare, questa porta è collegata con le Mura di Malapaga da un lato e con il Mandraccio dall'altro.
E' comunemente ed erroneamente conosciuta anche come "Porta Siberia" (in questo caso il suo nome derivererebbe da un errore di pronuncia da un'antica storpiatura: si chiamava  infatti in origine "Cibaria" poiché per secoli contenne le scorte di cibo, traslato poi in "Siberia").
Al centro della Porta, sopra l'architrave, vi sono incise le seguenti parole attribuite a Jacopo da Bonfadio:

AUCTA EX S C MOLE EXTRUCTAQ
PORTA PROPUGNACULO MUNITA
URBEM CINGEBANT MOENIBUS
QUACUMQUE ALLUITUR MARI 
ANN MDLIII

(per Decreto del Senato dopo aver prolungato il molo
 costruita la porta e averla munita con difese
(i cittadini) cingevano con mura la città 
lungo tutta la parte ove è bagnata dal mare
anno 1553)

Esternamente la porta si presenta con due bracci a tenaglia lateralmente ed una struttura ad esedra nella parte centrale: lesene e colonne a rocchi ne esaltano la plasticità.
Il prospetto interno che guarda alla città, anch'esso in pietra di Finale, si presenta invece con un portico a tre fornici con lesene doriche entro le quali sono inserite decorazioni con bucrani e figure geometriche.
Lo spazio interno è costituito da una grossa aula a cinque campate.
Le due scale interne conducono ai sotterranei e al tetto mentre uno stretto passaggio collega gli ambienti interni della Porta con le cannoniere della Malapaga, la cui struttura è ancora oggi leggibile osservando le grandi feritoie nella parte finale delle Mura della Malapaga, nel punto in cui queste toccano la Porta del Molo.
Sul tetto della porta erano installati cannoni per proteggere Genova dai nemici che provenivano dal mare.

Una curiosità: in alcune mappe antiche e in un acquerello conservato al Centro DOCSAI la Porta del Molo è chiamata Porta di San Giovanni. La cosa è dovuta al fatto che, oltre la porta, quasi all'estremità del molo vecchio, c'era una piccola cappella intitolata al Santo. Essa fu innalzata per volere di Andrea Doria nel 1517. Sul molo le ceneri del Santo venivano portate in occasione della processione del 24 giugno ma anche quando vi erano grandi tempeste (in questi casi le sacre ceneri rimanevano nella cappella sul molo finchè il mare non si placava).

La piccola cappella dedicata a San Giovanni Battista fu demolita nel 1707 con i lavori che portarono all'ampliamento del Molo.



Porta del Molo
(foto di Antonio Figari)



Porta del Molo in un'immagine del 1879




1.23 Porta Pila

Originariamente destinata alle Mura di Porto San Maurizio, nell'estremo ponente ligure, essa venne trasportata a Genova per ordine dei Padri del Comune tra il 1647 ed il 1649 per divenire la porta principale della città a levante lungi le cosiddette Fronti Basse del Bisagno.
Questa porta era situata all'incirca all'incrocio tra le attuali Via XX Settembre e Via Fiume.
La porta è sormontata da una nicchia con entro una Madonna, opera dello scultore lombardo Domenico Scorticone su disegno di Domenico Fiasella, che sovrasta la scritta "POSUERUNT ME CUSTODEM".
Poco sotto una lapide marmorea così recita:

DUM TERTIO MURORUM AMBITU
URBS MARE FRENAT IN SINUM
MONTES CLAUDIT INTEGRUM
QUOD NATURAE MUNIMENTIS DEERAT
EXTREMUM PERFICIT
A.D. MDC XXXIII

La sua collocazione mutò per ben tre volte in soli sessant'anni: deciso infatti il suo spostamento nel 1891 a seguito dell'abbattimento delle Fronti Basse del Bisagno, nel 1899 essa venne collocata lungo il bastione di Montesano che sorgeva poco sotto l'attuale via omonima; a seguito dell'allargamento della stazione di Brignole e la demolizione del bastione di Montesano, nel 1940 essa venne di nuovo smontata e collocata, alla fine della seconda guerra mondiale, poco più in alto lungo l'attuale Via Montesano, dove oggi si può ammirare.
Nonostante la sua collocazione attuale sia da molti giustamente criticata, essa ha sempre rappresentato per me che tornavo a Genova in treno colei che mi dava il benvenuto nella mia Superba e, se vogliamo, essa è il primo monumento cittadino che il turista vede appena arrivato alla stazione di Brignole.


Porta Pila in una foto ottocentesca di Alfred Noack


Porta Pila in un'immagine successiva al 1899, quando venne spostata sui terrapieni sopra la Stazione Brignole


Porta Pila oggi, disposta lungo Via Montesano
(foto di Antonio Figari)


Le imponenti colonne di Porta Pila
(foto di Antonio Figari)

Particolare di testa di leone sopra il fornice destro di Porta Pila
(foto di Antonio Figari)


 
1.24 Porta Romana

Situata all'imbocco di Via San Vincenzo, poco distante  da Porta Pila, deriva il suo nome dal fatto che lì passava l'antica via romana: quest'ultima partiva da Porta Soprana, passava da Vico Dritto Ponticello, attraversava la città e finiva in Via San Vincenzo prima di uscire dalla mura e correre fino a Borgo Incrociati, oggi poco più di una via, un tempo piccolo paesello fuori dalla mura lungo il corso del Bisagno, per poi proseguire lungo le attuali Via Torti e Corso Gastaldi e verso la Riviera.
Più piccola e proporzionata rispetto all'opulenza della vicina Porta Pila, essa fu costruita con pietre provenienti da Porto San Maurizio, come Porta Pila, come ci raccontano le fonti sette/ottocentesche, e come aa vicina Porta Pila venne edificata insieme con la cinta muraria seicentesca.
Nella piccola struttura sovrastante, che si nota nell’immagine qui di seguito, alloggiava il Corpo di Guardia.
La porta fu demolita nel 1891 insieme alle Fronti Basse, demolizione che fu completata l’anno seguente prima dell’inizio delle Colombiane, e purtroppo non conservata e ricostruita in altre zone cittadine come invece accaduto per Porta dell'Arco e Porta Pila: Porta Romana infatti, a torto, fu considerata non meritevole di avere la stessa sorte delle altre due ed è così che oggi possiamo ammirare la sua bellezza solo dai dipinti o dalle rare foto giunte fino a noi.
Prima che fosse edificato il grattacielo della Telecom in Via San Vincenzo negli anni '60 del novecento,  una targa marmorea affissa in facciata di una casa, demolita per far posto al nuovo edificio, recitava: “QUI SORGEVA LA PORTA DETTA ROMANA. FU DEMOLITA COI BASTIONI CHE LA FIANCHEGGIAVANO NELL'OTTOBRE DEL 1891.


Porta Romana fotografata nella seconda metà dell'ottocento






















1.25 Porta di San Bartolomeo

Situata lungo la cinta muraria delle cosiddette "Mura Nuove", edificata tra il 1626 e il 1639, essa deriva il suo nome dalla Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni.

La Porta, seppur in stato di semiabbandono e pressoché sconosciuta agli stessi genovesi, poichè nascosta dalla Stazione del Trenino di Casella, si trova sotto Via Cesare Cabella ed è raggiungibile da una piccola via poco sotto Castello Mackenzie.

Porta di San Bartolomeo
(foto di Antonio Figari)

Porta di San Bartolomeo
(foto di Antonio Figari)


L'imbocco interno della Porta ci dà l'idea di quanto grande era lo spessore delle mura
(foto di Antonio Figari)

Con un ingegnoso sistema di contrappesi sferici il ponte elevatoio di questa antica porta si alzava e si abbassava: di questo sistema nulla è rimasto se non le carrucole agli angoli della porta e i perni ancora ancorati al suolo, di cui avete qui sotto una foto.

Una delle carrucole che permettevano di tirar su il ponte levatoio della Porta di San Bartolomeo
(foto di Antonio Figari)


Un perno ancorato a terra
(foto di Antonio Figari)



(foto di Antonio Figari)



1.26 Porta di San Bernardino

Lungo le "Mura Nuove" sorge anche la Porta di San Bernardino che deve il suo nome al vicino Convento.
Fino al 1896 questa porta rimaneva chiusa dalle 21 alle 4 e mezza del mattino.



1.27 Porta delle Chiappe o di San Simone

Lungo le "Mura Nuove" sorge questa porta che deriverebbe il suo nome da una cappella dedicata ai SS. Simone e Taddeo "protettori del popolo genovese", che si trovava in cima a Salita San Simone.
Fino al 1898 ogni sera la porta veniva chiusa e lo rimaneva chiusa fino al mattino.
Secondo la tradizione qui passò Santa Brigida nel 1346 pronunciando la famosa profezia "Un giorno il viandante che passerà dall'alto dei colli che recingono Genova, accennando con la mano i lontani cumuli di detriti, dirà laggiù fu Genova".


1.28 Porta Sperone

Situata all'interno dell'omonimo Forte, questo Portello venne usato prevalentemente a scopo militare.


1.29 Porta di Granarolo

Lungo le seicentesche "Mura Nuove", in corrispondenza con la strada che conducevava in Val Polcevera, venne eretta la Porta detta di Granarolo perchè adiacente appunto a questo antico borgo sulle alture di Genova, oggi quartiere sulle alture della Superba.
Essa, ancora oggi presente, è costituita da un unico fornice in arenaria sormontato da uno stemma marmoreo con al centro il monogramma "IHS".
Originariamente era provvista anche di un ponte elevatoio, oggi non più esistente.
Con lo spostamento della strada un pò più a valle la porta oggi rimane isolata dall'originario contesto. 
E' raggiungibile con un breve ma ripido sentiero che parte dalla Via ai Piani di Fregoso. E' visibile la parte esterna della Porta ma non si può entrare poiché la parte interna e il corpo di guardia sono in concessione a privati e dunque chiusi al pubblico.   


1.30 Porta Murata

Nel tratto delle seicentesche "Mura Nuove", che dalla Lanterna salivano a monte, venne eretta una piccola porta.
Essa venne tamponata nel 1680 circa perché considerata da una parte difficilmente difendibile e dall'altra scomoda per chi saliva dalle due direzioni: si decise di tamponarla e da quel momento venne denominata "Porta Murata" (ancora oggi la via che costeggia le Mura in quel punto è chiamata "Via alle Mura di Porta Murata").
L'interno di questa porta è costituito da un androne ancora oggi esistente ma non accessibile perché in una proprietà privata.
In seguito verrà edificata poco distante una nuova porta, meglio difendibile, che prenderà il nome dalla vicina Chiesa con annesso Convento di Nostra Signora degli Angeli.


1.31 Porta degli Angeli


La porta, che prende il nome dalla vicina chiesa di N.S. degli Angeli dei Padri Carmelitani (di cui trovate la storia nella pagina dedicata a le CHIESE di GENOVA), viene edificata lungo le "Mura Nuove" negli anni intorno al 1680, dopo che fu murata la vicina porta detta da quel momento “Porta Murata”. 

Uscendo da questa porta si poteva salire a Granarolo o proseguire verso la Val Polcevera.

A differenza di oggi, un tempo questo varco e le vicine strade erano parecchio trafficate poiché da qui passava molto del traffico che dalla città andava a ponente e viceversa.

Inizialmente il varco era chiuso da un ponte levatoio oggi non più esistente.

Sopra la porta anticamente vi era un stemma di marmo con il trigramma del nome di Gesù “IHS” sormontato da una corona, il tutto oggi scomparso. 



Porta degli Angeli nel 1920 (si nota ancora lo stemma sopra la Porta, oggi scomparso)


La Porta degli Angeli come appare oggi
(foto di Antonio Figari)



1.32 Porte della Lanterna

a. Porta Lanterna
 
La prima porta della Lanterna viene costruita in concomitanza con le mura secentesche, le cosiddette "Mura Nuove" che, scendendo lungo il promontorio, arrivavano fino alla Lanterna.
La porta, ad un fornice, si presentava come la vedete qui sotto ed era sormontata da una statua della Madonna Regina di Genova con la sottostante scritta "POSUERUNT ME CUSTODEM", similmente alla Porta Pila (che trovate descritta in questa pagina al paragrafo 1.23): entrando in città da levante o da ponente vi avrebbe  comunque accolto la Regina di Genova.
Sotto la statua campeggiava lo stemma della città. 
Nel  1831, con la città che cambia così come le sue esigenze di traffico, questa porta viene sostituita dalla nuova Porta della Lanterna.
La vecchia porta rimane in piedi fino al 1877 quando viene del tutto demolita: la statua della Madonna, dopo essere stata posizionata sul molo Giano (ed essere caduta in mare a seguito dei pesanti bombardamenti sul porto della Seconda Guerra Mondiale), è oggi conservata nel cortile di Palazzo San Giorgio.
La scritta "POSUERUNT ME CUSTODEM" è invece stata affissa in facciata dell'Oratorio di Sant'Antonio della Marina in Piazza Sarzano e ancora potete osservarla lì posizionata. 




(foto di Antonio Figari)


(foto di Antonio Figari)


(foto di Antonio Figari)



b. Porta Nuova della Lanterna
 
La Porta Nuova della Lanterna viene edificata nel 1831 per venire incontro, come anticipavo nel precedente paragrafo, alle nuove esigenze di una città in crescita: una picola porta ad un fornice non era più sufficiente per il traffico in entrata e in uscita dalla città.
La Porta, a due fornici, viene scavata nella roccia e viene provvista di ponti elevatoi da entrambi i lati (eliminati in seguito per ragioni di praticità).
L'immagine sottostante ritrae la facciata esterna della Porta, in bugnato e con al centro lo stemma sabaudo.
La città che cresce con lo sbancamneto della collina di San Benigno non risparmia questa porta che però, a differenza della vechia che l'aveva preceduta, non viene demolita del tutto: la facciata esterna è infatti ricollocata sotto la Lanterna, dove ancora oggi si può ammirare.





La Porta Nuova della Lanterna come appare oggi
(foto di Antonio Figari)


1.33 Porta o Portello di San Lazzaro

Lungo le seicentesche "Mura Nuove", nel tratto portuale tra la Lanterna e la chiesa di San Teodoro, dove oggi sorge Piazza Dinegro, vi era un portello secondario, posto a livello del mare e dunque sotto il livello della strada, che prendeva il nome dalla chiesa che sorgeva a poca distanza e che affacciava sull'omonimo scalo: la Porta o Portello di San Lazzaro (si tratta dell'ultima porta aperta lungo le mura seicentesche).
L'anonimo del 1818 racconta che "a mezzogiorno della chiesa di S. Lazzaro è il Porto Franco, ossia il deposito per le mercanzie di transito all'estero. La strada  è qui assai angusta ed ha al di sotto una porta (la porta di San Lazzaro, ndr) per cui discendesi allo scalo del porto". 
Alizeri nel 1847 così scrive "Attiguo alla chiesa di S. Lazzaro è un PORTOFRANCO o sosta edificata nel 1645 e sotto di essa un ponte a fior d'acqua per comodo delle merci che si mandano all'estero."
Gli sconvolgimenti ottocenteschi che porteranno alla nascita delle "Terrazze di Via Milano" intorno al 1870 (vi rimando alla pagina de gli EDIFICI pubblici per approfondire la loro storia), con la creazione dei sottostanti magazzini portuali e ed il contestuale riempimento del tratto di mare antistante, sanciscono il definitivo inutilizzo e abbandono di questa porta di cui rimaneva solo il tunnel che collegava il porto a Via Buozzi, anch'esso oggi tuttavia in buona parte demolito a seguito dei lavori per la metropolitana. Se volete vedere ciò che di esso rimane, vi basterà affacciarvi in Piazza Dinegro alle spalle del mercato comunale dove resiste l'ultimo tratto di questo tunnel sotterraneo in stato di abbandono. 


1.34 Portello al ponte che conduceva si giardini del Principe Doria

Lungo le seicentesche "Mura Nuove", nel tratto portuale delle stesse lungo il confine a mare della Villa dei Doria a Fassolo, vi era poi un piccolo portello secondario che permetteva ai Doria di avere uno sbocco a mare. Di esso nulla rimane.


 * * *


2. le Mura di Genova

(the walls of Genoa, les murs de Gênes, las paredes de Génova, as paredes do Genoa, Стены Генуе, ジェノヴァの壁, 热那亚的墙壁, الجدران من جنوى)

Numerose cinte murarie sono state costruite nei secoli per difendere Genova. Molte parti delle "miage de Zena" sono ancora presenti anche se spesso poco visibili ad un occhio distratto perchè inglobate o nascoste da edifici o vegetazione.
In questa pagina troverete tutto ciò che rimane nei vicoli del centro storico delle splendide mura con cui Genova si è difesa nei secoli da chi voleva conquistarla. 
Una curiosità: lo sapevate che la lunghezza della Mura di Genova è seconda solo a quella della Muraglia Cinese?


  INDICE
2.1 La prima cinta muraria, l'oppidum e l'epoca romana
2.2 La cinta muraria del IX secolo
2.3 Le Mura del Barbarossa
2.4 La cinta muraria del XIII secolo
2.5 Le Mura del XIV secolo
2.6 La Mura cinquecentesche
2.7 Le Mura Nuove
2.8 Le Mura ottocentesche


2.1 La prima cinta muraria, l'oppidum e l'epoca romana

Le prime "miage de Zena" racchiudevano l'antico oppidum e si estendevano all'incirca tra la Chiesa di Santa Maria di Castello e il complesso di San Silvestro (oggi sede della Facoltà di Architettura).
Della costruzione delle stesse si ha testimonianza dalle parole di Tito Livio che racconta che, dopo la distruzione di Genova avvenuta per opera del fratello di Annibale, Magone Barca (da lui, portatore di disgrazie per la popolazione genovese, deriva l'espressione "avere il magone?" quando si è tristi sul punto di piangere), il pretore della Gallia Subalpina Spurio Lucrezio diede l'ordine di costruire nuove mura a difesa della città.
Esse sono divenute nei secoli le fondamenta per le costruzioni che via via sono state costruite nella zona come testimoniano alcuni grossi blocchi di pietra rinvenuti nelle fondamenta di Santa Maria di Castello che si pensa possano essere di questo periodo.
In epoca romana esse vennero ampliate verso mare anche se non possiamo con certezza sapere di quanto e fino a dove.


2.2 La cinta muraria del IX secolo

Nel IX secolo fu costruita una nuova cinta muraria di cui rimangono tracce per esempio in Via Tommaso Reggio, nei muri perimetrali del Chiostro dei Canonici di San Lorenzo.
Questa cinta scendendo da Sarzano costeggiava l'attuale Via Ravecca, poi verso il Piano di Sant'Andrea e giù verso la zona che oggi è occupata da Via Tommaso Reggio fino a Banchper poi voltare verso levante seguendo Via Canneto il Curto, Piazza San Giorgio e su di nuovo a Sarzano. 

Tratto superstite delle mura in via Tommaso Reggio
(foto di Antonio Figari)



2.3 Le Mura dette del Barbarossa

Costruite nel 1155 esse sono le più note e visitate mura antiche di Genova.
Gli Annali del Caffaro narrano che esse siano state erette in cinquantatrè giorni con il contributo di tutti i Genovesi preocuppati dall'idea di un ipotetico attacco alla città da parte dell'imperatore Federico I detto Barbarossa e da lui queste mura presero il nome.
Rispetto alla precedente cinta muraria esse racchiudevano anche la zona di Piccapietra, Luccoli Portello, salivano verso Castelletto dove ancora oggi vi è il piccolo Portello di Pastorezza per poi discendere verso il Carmine e arrivando a mare in corrispondenza dell'attuale Via delle Fontane dove ancora oggi si erge Porta dei Vacca.

Le Mura del Barbarossa all'inizio di Via del Colle, lato Porta Soprana
(foto di Antonio Figari)

Per vedere una parte di esse dall'esterno potete percorrere Via del Colle partendo da Porta Soprana o dal Ponte di Carignano.


Le Mura del Barbarossa in via del Colle, lato Porte di Carignano
(foto di Antonio Figari)



Per salire su queste mura potete prendere la scala che sale all'interno della torre destra di Porta Soprana oppure salire da Via del Colle lato Ponte di Carignano e prendere le scalette che salgono sulle mura. 


Camminamento delle Mura del Barbarossa sopra via del Colle, lato Ponte di Carignano
(foto di Antonio Figari)




La parte centrale del camminamento delle Mura del Barbarossa è purtroppo chiusa da cancelli (uno lato Ponte di Carignano, uno lato Torri di Porta Soprana ed il terzo in cima a Vico Coccagna) e solo coloro che abitano i palazzi che affacciano su questo tratto di Mura possono percorrerle: io ho avuto la fortuna di poter compiere questa passeggiata grazie ad lettore di questo blog che abita in uno dei palazzi che affacciano su questo tratto di Mura.

Parte centrale del camminamento delle Mura del Barbarossa
(foto di Antonio Figari)

Se vi addentrate in cima a Vico Noli, una traversa di Via Ravecca, avrete una visione della parte interna della Mura del Barbarossa.


Tratto delle Mura del Barbarossa in cima a Vico Noli, una traversa di Via Ravecca, nelle quali si notano, oltre a  finestre e camini frutto di utilizzi urbanistici successivi di queste mura, pezzi di tubature dell'Acquedotto Storico di Genova
(foto di Antonio Figari)


Superata Via del Colle lato ponte di Carignano potete proseguire la vostra passeggiata lungo Vico San Salvatore per arrivare sotto Piazza Sarzano, nella via ancora oggi chiamata delle Murette. Vennero chiamate con questo nomignolo quando verso mare vennero costruite le nuove mura più spesse ed imponenti.


Le Murette sotto Piazza Sarzano fanno parte delle Mura del Barbarossa
(foto di Antonio Figari)


Anche le Mura di Stradone Sant'Agostino facevano parte della cinta muraria detta "del Barbarossa".



Le Mura in Stradone Sant'Agostino
(foto di Antonio Figari)


Tratto delle Mura in Salita di Mascherona angolo Stradone Sant'Agostino
(foto di Antonio Figari)



Altro tratto delle Mura del Barbarossa "sopravvive" in Salita di Negro, dietro il Palazzo della Provincia.

Tratto delle Mura del Barbarossa in Salita di Negro
(foto di Antonio Figari)
 

2.4 La cinta muraria del XIII secolo

Questa cinta muraria, la cui costruzione fu iniziata nel 1276 e completata nel 1287, si estendeva verso mare con le Mura delle Grazie e la Penisola del Molo (Mura della Malapaga e Mura della Marinella) e dall'altra parte fino a metà dell'attuale Via XX Settembre salendo verso l'Aquasola (la prima porta di Santo Stefano detta anche dell'Arco, poi rifatta nel Cinquecento, e quella dell'Olivella, ancora oggi esistente sotto l'Acquasola, risalgono a questo periodo). 
Di seguito alcuni immagini delle stesse.


a. Le Mura delle Grazie

Tratto esterno delle Mura delle Grazie
(foto di Antonio Figari)

Le Mura delle Grazie e la facciata dell'Oratorio di San Giacomo della Marina
(foto di Antonio Figari)


Camminamento interno delle Mura delle Grazie
(foto di Antonio Figari)


b. Le Mura della Malapaga


La fortificazione della Penisola del Molo fu terminata nel 1287.
Quelle che chiamiamo oggi della Malapaga  sono il tratto delle mura del quartiere del Molo che corre da Porta Siberia (per approfondire vi rimando alla prima parte di questa pagina, dedicata alle porte di Genova), al Carcere della Malapaga (antico carcere dei debitori, oggi distrutto; al suo posto vi è oggi il palazzo della Guardia di Finanza, per approfondire vi rimando alla pagina de gli EDIFICI pubblici).
Una volta esse erano affacciate sul mare mentre oggi corrono lungo la strada che porta al porto Antico e hanno tra loro ed il mare cantieri navali.
Anche se pochi lo sanno se Vi addentrate nelle Vie del Quartiere del Molo potrete percorrere il camminamento interno delle Mura della Malapaga anche se affacciandovi non vedrete più il mare ma moderni capannoni dei vicini cantieri navali.
Nel 1949 anche il cinema scoprì queste mura: il francese René Clément girò a Genova un film intitolato "Le Mura di Malapaga" con protagonista un ottimo Jean Gabin (trovate qui sotto la locandina del film e nella pagina de il BUGIARDINO un piccolo spezzone dello stesso).

Tratto esterno delle Mura della Malapaga
(foto di Antonio Figari)

Il camminamento interno delle Mura della Malapaga
(foto di Antonio Figari)


La locandina del film "Le mura di Malapaga"



Visione notturna del camminamento interno delle Mura della Malapaga
(foto di Antonio Figari)



c. Le Mura della Marinella


Le Mura della Marinella
(foto di Antonio Figari)



d. Gli antichi moli di Piazza Caricamento 

Tratto degli antichi moli in piazza Caricamento vicino a Palazzo San Giorgio
(foto di Antonio Figari)



2.5 Le Mura del XIV secolo

Tra il 1346 ed il 1358 la cinta muraria venne ampliata verso Ponente arrivando fino ad inglobare la Chiesa di San Tommaso e venne eretta una porta che da quest'ultima prendeva il nome.
La cinta saliva a monte lungo l'attuale Via Ugo Bassi fino a Castelletto per poi ridiscendere nella zona del Carmine.
E' in questo periodo che Francesco Petrarca visita Genova e la definisce "superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica signora del mare”.
Di seguito alcuni immagini delle stesse.

Tratto di mura del XIV secolo presso la demolita Porta di San Tommaso di Genova, nei pressi della stazione della Metropolitana di Principe
(foto di Antonio Figari)
 


Tratto delle Mura in Piazza Pedro Ferreira
(foto di Antonio Figari)


Altro tratto delle Mura in Piazza Pedro Ferreira
(foto di Antonio Figari)




c. Il Bastione di Pietra Minuta

Il Bastione di Pietra Minuta corre da Via Balbi a Corso Dogali, una ripida salita che dalla nobile strada conduce sulle alture di Genova. Anche questa parte della cinta muraria fu costruita nel XIV secolo.

Gli antichi contrafforti del Bastione di Pietra Minuta
(foto di Antonio Figari)


L'inizio della Salita di Pietra Minuta vista da via Balbi tra il Collegio dei Gesuiti sulla destra, oggi sede della Facoltà di Giurisprudenza,  e il Convento dei Carmelitani di San Carlo sulla sinistra
(foto di Antonio Figari)



2.6 Le Mura cinquecentesche

Innalzate nel 1536 su progetto dell'architetto militare Giovanni Maria Olgiati coadiuvato dall'architetto Antonio da Sangallo, il loro percorso ricalca in gran parte quello delle Mura trecentesche che vengono ora rinforzate per resistere agli attacchi dell'artiglieria. 
A questo periodo risale la fortificazione della linea di costa con l'edificazione di un nuovo tratto di mura tra Porta San Tommaso ed il Molo Vecchio in punta al quale verrà edificata la Porta del Molo (comunemente ed erroneamente detta "Siberia").
Sulla linea di costa, in corrispondenza dei vari ponti, verranno aperte altrettante porte che dai ponti stessi prenderanno il loro nome.
Di seguito alcune immagini delle mura cinquecentesche: 



Le Mura della Marina
(foto di Antonio Figari)


Tratto del Bastione di Santa Caterina in Salita delle Battistine
(foto di Antonio Figari)




Tratto dele Mura cinquecentesche, addossate al Convento della Turchine di Sopra, in quella che oggi è Corso Firenze



2.7 Le Mura Nuove

Innalzate nel 1626 sotto la direzione degli architetti Bartolomeo Bianco e Bastiano Ponsello, esse si estendevano per oltre 19 km ed avevano come porte principali Porta Pila a levante e Porta della Lanterna a ponente.

La parte più imponente di queste mura era forse quella chiamata delle "Fronti Basse" che correva parallela al torrente Bisagno occupando la parte della città dove oggi c'è Piazza della Vittoria e la Stazione di Brignole, raccordando tra loro due bastioni delle mura cinquecentesche: quello delle Cappuccine e quello dello Zerbino.
Di esse è ancora visibile un breve tratto nel parcheggio sotterraneo di Piazza della Vittoria.


Le Fronti Basse del Bisagno viste dall'alto delle Mura delle Cappuccine


2.8 Le Mura ottocentesche

Gli interventi ottocenteschi, operati dai Savoia oramai "padroni" della città, non furono più eseguiti a difesa della città ma piuttosto per il controllo della stessa contro eventuali insurrezioni. 
E' di questo periodo, per esempio, il rifacimento delle mura che costeggiano il bastione dell'Acquasola.



(continua...)


© RIPRODUZIONE RISERVATA

                                                                                                 

88 commenti:

  1. Ottimo sito,e relativa pagina FB. Grazie per il lavoro svolto che aiuta i genovesi a conoscere sempre meglio la nostra Superba.
    Grazie
    Christian Famiani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio per le Tue parole! E' bello sapere che tanti genovesi visitando il mio blog scoprono la bellezza della loro città e, forse, conoscendola meglio, impareremo tutti ad amarla e a conservarla per le generazioni future.
      Antonio

      Elimina
  2. Complimenti per il sito sono 2 giorni che non riesco a staccarmi dal pc per scoprire quello che tutti giorni vedo per Genova... Hai fatto un libro? O conosci libri interessanti come il tuo sito? Grazie e ancora complimenti. Ciao
    Davide Traverso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao, grazie per le tue parole. Non ho fatto alcun libro, per il momento mi limito al mio sito, poi chissà, un giorno...anche se non mi reputo all'altezza di scrivere un libro!
      Le mie fonti sono libri antichi ottocenteschi, ricerche che compio in biblioteche e racconti di persone che abitano i vicoli da molti anni.
      Non ho un libro da consigliarti perché spesso i libri che trovi nelle librerie odierne si limitano a descrivere i vicoli nei loro percorsi già conosciuti. Un consiglio però voglio dartelo: vai sulle bancarelle che vendono libri usati e antichi.. spesso essi raccontano i vicoli che non ci sono più e storie che i libri odierni tralasciano.

      Elimina
  3. Complimenti, Antonio!
    Davvero interessantissima questa pagina...
    Vdo spessissimo anche sul sito e stò scoprendo tanti posti interessantissimi della nostra meravigliosa città che non conoscevo....
    Grazie davvero...
    Anna Rosa Basile

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Anna! grazie per le Tue parole! son contento ti piaccia il mio sito. Genova è una città meravigliosa, solo poco conosciuta e questo è un vero peccato!

      Elimina
  4. Anch'io amo molto girare per i vicoli della nostra bellissima città...
    In questi giorni ho seguito alcuni tuoi consigli, ho ho fotografato alcuni luoghi o targhe di cui ho letto...
    Amo anche girare sempre con una piccola macchina fotografica e, come te, cercare scorci particolari...
    Genova è davvero stupenda in questi giorni, finalmente come non succedeva da un pò, vedo parecchi turisti anche stranieri girare per il centro storico e ne sono felice, magari diventasse una meta turistica agoniata...
    Continua così...
    Sei bravissimo...
    E viva Genova..
    Anna Rosa Basile

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie troppo gentile!!! son contento di ispirare i tuoi giri nei vicoli! Anch'io in questi giorni vedo molti turisti con cartine e mappe in mano...speriamo rimangano affascinati dalla bellezza di Genova e lo raccontino così da far divenir genova metà turistica come meriterebbe!

      Elimina
    2. Già...
      Me lo auguro anch'io...
      Lo meriterebbe davvero, con tanti secoli di storia che ha alle spalle, dovrebbe esserlo già da moltissimo tempo...
      Ho notato che adesso è diventata "scalo" per alcune navi da crociera...
      Bellissima idea...
      Anna Rosa Basile

      Elimina
  5. Ciao, ho scoperto il tuo blog cercando su Google qualcosa di particolare sui vicoli di Genova: complimenti, è molto interessante.
    Mi sono permessa di scriverti perchè ho vissuto per tanto tempo in Via Macelli di Soziglia e ti confesso di non avere mai dimenticato quel luogo, che conservo nel mio cuore.
    Mi piacerebbe tanto che scrivessi qualcosa di particolare su questa via, così unica e magica.
    Di fronte a me stava una prostituta agée, che vedevo ogni qual volta mi affacciassi dalla finestra, o quando uscivo di casa, lei era sempre lì, salutava e chiedeva se tutto andasse bene.
    Ma era anche la strada dei negozi brulicanti di mercanzia, gente e odori di ogni genere.
    La finestra della mia cucina si affacciava sul famigerato vico Usodimare, chiuso da una cancello e dal quale, una notte, entrò un ladro.....fortunatamente finì tutto bene....
    Se conosci qualche segreto o qualche aneddoto particolare aspetto una tua descrizione.
    Ciao, grazie per la tua attenzione
    Nicole

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Nicole! Ti ringrazio per le tue parole: son contento ti piaccia il mio sito.
      Le mie ricerche spaziano per tutti i vicoli: Vico dei Macelli di Soziglia ha molte storie da raccontare e segreti da svelare.
      Un giorno mi soffermerò su questa strada che piace molto anche a me forse perché, a differenza di altre zone del nostro centro storico, è ancora brulicante di botteghe, molte delle quali "storiche", e di gente che ogni giorni qui si reca a fare la spesa rendendola una strada viva.

      Elimina
  6. Complimenti per tutto il tuo lavoro e la tua passione!
    Tra le porte da te elencate forse ne manca una!??
    "Porta della Lanterna", se non erro demolita nel 1877 ..."..da una marea progressista e settaria.."
    Ciao Marta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Marta, grazie per le Tue parole!
      Nella pagina de "le PORTE di GENOVA" devo scriver ancora molto: un giorno parlerò anche della Porta della Lanterna, costruita nel 1633 e, come giustamente hai scritto, demolita nel 1877, nonostante una petizione pubblica ne chiedesse la conservazione. Non tutto però andò distrutto... (più di questo non ti dico, torna a leggere questa pagina e scoprirai il resto del racconto!!!)

      Elimina
  7. Tu non sai quanta gente, anche a scuola, va tutti i giorni a leggere un po' di questo bellissimo blog, dopo che ti hanno visto venire in classe! Posso usare qualche foto tua com fondale del teatrino che sto facendo con i bimbi? Sono foto bellissime e riesci sempre atrovare un'angolazione insolita e in qualche modo illuminante!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Laila! Ti ringrazio per le tue parole: son proprio contento ti piacciano le mie foto. Il merito è del soggetto dei miei scatti: Genova. Certo che puoi usarle! Anzi, se riesci, mandami qualche foto con il teatrino dei bimbi con i miei scatti sullo sfondo!
      E grazie di aiutarmi a far conoscere in giro il mio blog!

      Elimina
  8. Ciao,
    Innanzitutto devo dirti che trovo il tuo blog semplicemente stupendo, complimenti per la realizzazione.
    In seconda battuta volevo segnalarti Porta Nuova della Lanterna ( http://goo.gl/maps/b88zx ), è la porta di Genova più a ponente ed era il primo punto di ingresso alla città che si trovava venendo da quella direzione.
    Ancora complimenti per il meraviglioso blog!!!

    Giuseppe.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Giuseppe! Grazie per le Tue parole di apprezzamento. Per quanto concerne la porta da te citata, la Nuova Porta della Lanterna, essa sarà oggetto, insieme alla prima porta della Lanterna, purtroppo demolita, di un paragrafo che presto scriverò in questa pagina dedicata a "le PORTE di GENOVA". Grazie ancora per i Tuoi complimenti!

      Elimina
  9. A parte tutto il rest che apprezzo molto e lo sai, che belli i filmati della home page! Grazie!

    RispondiElimina
  10. buonasera
    prima di tutto le esterno la mia gratitudine per il meraviglioso lavoro, grazie al quale scopro mille cose della splendida città nella quale ho passato gli anni dell'università
    mi permetto di suggerirle una possibile nuova impresa: non potrebbe aprire una sezione sul cimitero di staglieno?
    nel caso che non possa, pace, ha già fatto fin troppo
    buon lavoro, comunque
    giovanni peirone

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Buonasera!
      La ringrazio per le sue parole: sono contento le piaccia il mio sito e felice di farle scoprire la bellezza della mia amata Genova.
      Staglieno e' una della meraviglie di Genova e Le confesso che ogni tanto fare una passeggiata in questa città dei morti mi fa amare ancor di più la mia città dei vivi. Tutti i monumenti di Staglieno a parer mio esprimono il rispetto e l'amore di coloro che li hanno seppellito li' i loro defunti. Rispetto per i defunti che purtroppo oggi sembra scemare viste le condizioni di alcune parti di Staglieno.
      Per il momento la mia indagine si limita ai vicoli che tantissimo hanno ancora da raccontare.
      Chissà... Un giorno magari inizierò una nuova avventura su Staglieno.
      Tuttavia una cosa mi frena: mi hanno detto che le foto di molti monumenti di Staglieno non possono essere pubblicate senza autorizzazione e ciò rappresenta una grossa limitazione.
      Antonio

      Elimina
  11. Ciao Antonio,

    Volevo davvero farti i complimenti per il tuo sito. Hai risvegliato in me la curiosità e l'amore per la nostra splendida Genova.
    Se hai bisogno di una mano nel tuo splendido lavoro, sappi che da oggi hai un alleato in più.
    Non esitare a contattarmi per qualunque cosa.
    Se ti fa piacere puoi trovarmi nel mio negozio in Via Rolando 150r a Sampierdarena. (Andrea Sport)

    Ciao

    Andrea Merlo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Andrea,
      grazie per le Tue parole.
      Sono contento di avere un alleato nella mia ricerca e soprattutto di aver risvegliato in te l'amore per Genova. I nostri vicoli sono bellissimi, solo poco conosciuti anche dagli stessi genovesi. Solo conoscendoli li possiamo preservare e salvare!
      Vorrei un giorno aprire una sezione del mio blog dedicata a Sampierdarena, potresti essermi d'aiuto se vuoi. Questo autunno conto di venir qualche domenica mattina a passeggiar a Sampierdarena... Magari ci sentiamo!
      A presto
      Antonio

      Elimina
  12. Ciao Antonio,
    ho frequentato anche io l'Istituto Arecco (liceo scientifico) dal 1980 al 1985: ho notato quindi che siamo entrambi ex arecchini.
    Complimenti per il sito, l'ho trovato molto interessante ed anche stimolante per un piccolo tour a cui vorrei far partecipare anche mia figlia che ora ha 11 anni e mi piacerebbe molto farle apprezzare qualche bellezza di Genova.
    Magari ti contatterò per qualche consiglio del caso.
    Grazie ed ancora complimenti
    AP

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao,
      eh sì sono anch'io un ex arecchino, anni fantastici con padri gesuiti che mi hanno insegnato tanto.
      Lo sai che al posto della nostra Arecco esisteva un tempo una Chiesa? E salita della Crocetta, la via che corre lateralmente all'Arecco, è testimone nel suo nome di questo. Un giorno ne parlerò sul mio sito. Te l'ho voluto anticipare per metterti un pò di curiosità in testa.
      Ti ringrazio per le Tue parole, sono contento ti piaccia il mio sito e bravo Te che porti la tua bimba a scoprire Genova. Se mio padre non mi avesse portato con lui nei vicoli da bambino non so se li amerei come li amo ora.
      Contattami pure quando vuoi così che ti possa consigliare un piccolo tour da fare.
      Antonio

      Elimina
  13. Caro Antonio,
    quando ho avuto la fortuna di imbattermi nel tuo sito non ho perso tempo ed ho iniziato a correre come una forsennata per tutta Genova!
    Grazie per la passione e la cura che hai profuso nella costruzione del tuo sito. Non sono genovese, ma vengo a Genova poichè mia suocera, pur vivendo a Milano da 60 anni, lo è. Spesso passo, o con mio marito, o da sola e con amici (molti dei quali stranieri), il mio tempo nella Superba.
    Un caro saluto e davvero complimenti!
    Sara P.D.C

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Sara,
      Leggo le Tue parole e mi vien da sorridere pensando a te che corri su e giù nei vicoli per vedere tutte le loro meraviglie! E' il mio sport preferito e mi sa che stasera lo farò appena esco dall'ufficio. Due passi nei vicoli ed il mondo mi sorride!
      Grazie per le Tue parole. Sono contento che ti piaccia il mio blog e spero con esso di contribuire a riaccendere nei genovesi e non l'amore per questa città così poco conosciuta e così mal valorizzata.
      Un caro saluto a Te e buona serata!
      Antonio

      Elimina
  14. Ciao Antonio..
    Complimenti per il suo blog, le scrivo della Svizzera francese. Sto cercando delle informazioni sulla Porta San Tomaso.
    Una legenda conta che uno dei mei antenati avrebe difeso valorosamente questa porta, e cosi che la famiglia Masone e stata anobilita e a presso il nome di questa porta ( il nome Masone deriva di Tommaso che erra in uso nel medioevo).
    Abbiamo su il stemma di famiglia un leone sopra una porta. La famiglia Masoni e andata vivere in Piemonte, si trova la sua tracia già in 1540 nella frazione di Pianezza nel comune di Arola in provincia di Verbania.
    Grazie e buona sera. Loredana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Loredana, grazie per le Tue Parole. Che bella la Tua storia, posso quindi considerarTi a pieno titolo la discendente di un valoroso genovese! Per il momento non ho riscontri nei miei libri riguardo alla leggenda da Te riportata. Come si dice, però, ogni leggenda ha un fondo di verità. Conto di approfondire l'argomento e quando troverò qualcosa lo riporterò in questa pagina, nel paragrafo dedicato alla Porta di San Tommaso.

      Elimina
    2. Cia Antonio
      Ti ringrazio per la tua risposta, e spero che troverai qualcosa su questa leggenda. Se ti interessa esiste un bel sito sul paese di Arola dove vivano i discendenti dei Masone di Genova: www.arola-villaggio.it
      vedere sotto patrimonio, genealogia, Masoni di Pianezza.
      Buona sera Loredana.

      Elimina
    3. Grazie per il suggerimento! E' proprio un bel sito ricco di informazioni su Arola. E' bello vedere che gli abitanti di questo paese abbiano deciso di raccogliere tanto materiale sulla loro storia e lo abbiano voluto divulgare on line, bravi!

      Elimina
  15. Grazie, per merito del vostro blog ho visitato Genova in modo spettacolare!!! Thanks
    Xabier Farchione

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Figurati! Un piacere contribuire a far conoscere la mia città: così bella, così poco conosciuta.

      Elimina
  16. ottima idea ed eccellente veicolo pubblicitario ! Faro' del mio meglio per diffonderlo ulteriormente ! Buon lavoro !!
    Virgilio Pompei

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio! Son contento ti piaccia il mio sito e grazie di aiutarmi a diffonderlo.

      Elimina
  17. complimenti sia per la pagina Fb che per il sito. L'ho letto tuttissimo, sono stata a Genova sabato, ogni tanto ci vengo a girare per i vicoli, che adoro, e vorrei saperne di più e magari fare anche una visita guidata diversa dalle solite.
    AMDC

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La ringrazio per le Sue parole! Sono felice che anche Lei come me adori i vicoli di Genova. Se ha piacere ad accompagnarmi nei miei giri alla scoperta dei segreti dei vicoli mi scriva al mio indirizzo mail info@isegretideivicolidigenova.com .

      Elimina
  18. Complimenti per il sito! Credo che Porta San Tommaso esista ancora; dovrebbe essere stata ricostruita sul muraglione a destra della Stazione Principe, verso Salita della Provvidenza, in posizione defilata. Ancora complimenti!!! E.C.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao! Grazie per le Tue parole. La porta di cui parli, addossata al muraglione dietro il monumento a Cristoforo Colombo in Piazza Acquaverde, non è la Porta di San Tommaso ma un portone di ingresso del distrutto Convento di Santo Spirito che qui sorgeva: grosso edificio squadrato, divenuto poi caserma, esso fu abbattuto per la costruzione della linea ferroviaria. Un giorno parlerò di questo convento nella pagina de "le CHIESE di GENOVA".

      Elimina
    2. Antonio, hai delle evidenze per quanto affermi sulla porta di piazza Acquaverde? perchè ne abbiamo parlato recentemente su facebook (ceraunavoltagenova) ma nessuno ne sapeva nulla di preciso, Un tuo intervento in merito sarebbe di grande utilità per chiudere la discussione.... Grazie e ciao G.Curatolo

      Elimina
  19. Il tuo blog sulla nostra città è davvero bellissimo.
    Susanna

    RispondiElimina
  20. Fior di sito Antonio, complimenti!
    ho girato abbastanza da dire che come la nostra Genova, nessuna!
    grazie del sito, è un regalo per tutti noi che viviamo tutti i giorni questa città schiva, spesso antipatica, ma magnifica.
    nora

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Nora, grazie!
      Condivido appieno le tue parole: come Genova nessuna, nel bene e nel male, una città che non si può non amare!

      Elimina
  21. Egr. Dott. Figari,
    oggi ho scoperto per caso il suo sito eccezionalmente interessante, esauriente e stimolante.
    Per quel poco che ho, solo per ora, potuto vedere, saltando da un argomento all'altro, c'è tutto (o quasi :-)) ) quanto mi ha sempre interessato e incuriosito, della storia, dei misteri e delle bellezze di Genova con la volontà di scoprire e approfondirne anche direttamente le innumerevoli sfaccettature.
    Ho lavorato nei vicoli, in San Luca, ho vissuto nei vicoli, Borgo Incrociati, ho corso e insegnato ai ragazzi come orientarsi e cosa vedere con una cartina del centro storico (orienteering), ma il suo sito mi da nuovi argomenti e stimoli.
    Spero un giorno di poter condividere qualche esplorazione con lei.
    Grazie ancora per il suo bellissimo lavoro.
    Cordialmente.
    Andrea Topazio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Preg.mo Sig. Topazio,
      sono felice di contribuire a farLe scoprire aspetti dei vicoli che non conosceva. Lo scopo di questo blog è proprio quello di svelare la bellezza nascosta dei vicoli di Genova. La nostra città è magnifica ma tiene ben nascoste molte delle sue meraviglie!
      Se ha suggerimenti o luoghi nascosti e segreti dei vicoli da consigliarmi non esiti a scrivermi.

      Elimina
  22. io che sono una nonna di 75 anni nata Pammatone forse una delle ultime,amo la mia città da morire di nostalgia se mi allontano.Nella vita non ho mai avuto tempo di alzare gli occhi per scoprire le bellezze nascoste di cui ero contornata.Sono inserita in una associazione culturale dove non vedo solo con gli occhi ma anche con la mente, ed ho segnalato il vostro sito anche a loro, meritevole di elogi per l'impegno e il lavoro che vi è dietro, Grazie di cuore nonna Alba

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Alba,
      La ringrazio per le Sue parole che mi hanno dato una fitta al cuore: da sempre camminando nella "fredda" Piccapietra ripenso all'antico quartiere che si sviluppava intorno a Pammatone (oggetto di miei studi che un giorno raccoglierò su questo sito) che posso rivivere solo attraverso i libri o le immagini. Chissà che bello averlo visto di persona.
      La Ringrazio per aver segnalato il mio sito e così aiutarmi a diffondere la bellezza e i segreti che la nostra amata Genova conserva!

      Elimina
  23. Sito bellissimo!!! a 70 anni suonati scopro immagini della mia Genova che non conoscevo.
    Luisella Conte

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Luisella! Grazie per le Tue parole! Sono felice che Ti piaccia il mio blog!

      Elimina
  24. Bellissimo sito, grazie per far conoscere i meravigliosi segreti e i tesori nascosti di Genova.
    Gabriella Bovio

    RispondiElimina
  25. davvero molto interessante, grazie per aver fatto conoscere molte cose che pur essendo genovese nn immaginavo nemmeno,

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Franco, Ti ringrazio! Sono felice di farTi scoprire le bellezze nascoste della nostra magnifica Genova.

      Elimina
  26. Caro Antonio, complimenti davvero per il tuo lavoro!
    Ho finalmente trovato il tempo per leggere quasi tutte le sezioni del sito, grazie per la passione con cui ti dedichi a raccontare la nostra città.
    Elisa Canepa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Elisa, grazie!
      E' un piacere raccontare la bellezza della mia città e farla conoscere ed apprezzare agli altri.

      Elimina
  27. La nostra bella genova che non finiremo mai di conoscere.. ciao e grazie per tutte le interessanti notizie.
    Leti Gagge

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Leti! Eh sì, hai proprio ragione, Genova è una città splendida piena di tesori nascosti da scoprire!

      Elimina
  28. Io mi sono persa delle nottate intere a guardare il tuo blog...davvero molto interessante , ricco di storia nonché di curiosità . Complimenti !
    Manuela Sgrò

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Manuela per le Tue parole! Sono felice quando leggo commenti belli come il tuo!

      Elimina
  29. Buona sera Antonio,
    ho appena postato sul tuo sito e mi piace scrivere a qualcuno come Te che ha tanta passione per i segreti e le bellezze di Genova.
    Ho un po' più anni di Te. Cresciuta a Boccadasse, ormai da anni abito lontano a Genova, anche se ritorno regolarmente.
    Ed ho capito quanto profondo sia il mio legame con, come diciamo noi, "le pietre di Genova" dopo averla lasciata nel 1984.
    Leggendo i posts constato che parecchi dei tuoi lettori provano qualcosa di simile ..
    Grazie ancora per la piacevole ed intrigante lettura offerta del tuo sito che non manchero’ di continuare a consultare e, nel caso tu estendessi le tue investigazioni anche al quartiere d’Albaro, del quale conosco tante iscrizioni e curiosità, ne avrei anche grande interesse

    Tanti saluti cordiali

    Gabriella

    RispondiElimina
  30. hai fatto un meraviglioso lavoro, grazie finalmente ho scoperto i significati delle porte zeneisi :)
    Gianluca

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Gianluca! Grazie per le Tue parole! Sono felice di contribuire a farTi conoscere meglio Genova!

      Elimina
  31. Cercavo notizie sulla chiesa e zona del Carmine, che domani andrò a visitare, e come sempre quando m'imbatto nel tuo sito mi sono persa ore tra le tue descrizioni e le tue foto. Oggi ho scoperto la pagina facebook e ti assicuro che per una appassionata di Genova e del suo magnifico centro storico, questo è un terno al lotto! Non posso che ringraziarti di cuore per l'amore che metti nelle tue ricerche e per il fatto che le condividi con noi. Continuerò a seguirti regolarmente. Complimenti ancora!
    Liliana Silvi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Liliana,
      grazie a te per le tue parole! E' un piacere condividere le mie ricerche e diffondere la bellezza di Genova! La zona del Carmine e' bellissima, un piccolo borgo a se' nel centro di Genova (ti segnalo alcune dritte su questa zona sul mio blog, anche se immagino le avrai già letto, nella pagina de leCHIESEdiGENOVA dove parlo di San Bartolomeo e San Bernardino e nella pagina de lePIETREparlanti nel paragrafo dedicato alla Giuggiola).
      Buon giro!

      Elimina
    2. Come ti avevo detto l'altra sera, ieri sono andata a visitare la chiesa del Carmine, la zona medievale con S.Bartolomeo dell'Olivella (fotografato gli affreschi, anche se l'illuminazione della sala usata non aiuta), S.Bernardino e la pianta di giuggiole con la piazzetta. La padrona del giardino dove cresce l'albero ci ha fatto gentilmente entrare. La visita era organizzata dal FAI e ci hanno fatto da guida il parroco e un giovane. Bellissima la chiesa restaurata e gli affreschi del XIII sec. nel coro, nonchè la quadreria. E le viuzze, Piazzetta della Fragola, la stessa Piazza del Carmine ... Grazie al tuo sito ero preparata sulle notizie e ho potuto gustare al meglio quel pezzetto antico di Genova che non conoscevo. Perchè ti racconto tutto questo? perchè penso che ti faccia piacere ... sbaglio?
      Liliana Silvi

      Elimina
    3. Cara Liliana, sono felice di aver contribuito a rendere la Tua visita ancor più bella in una delle zone più interessanti dei vicoli di Genova!

      Elimina
  32. Buongiorno.complimenti per il suo sito vorrei sapere qualcosa in merito a una porta che sorge in piazza acquaverde sotto la scala che porta dalla piazza a via arsenale di terra.e visibile dal parcheggio taxi della stazione grazie.marcello

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Marcello,
      grazie per le Sue parole! Sono felice Le piaccia il mio sito.
      Quello di cui parla e' uno dei portali del distrutto Convento di Santo Spirito che sorgeva proprio in quel punto al posto dell'odierna Stazione di Principe. Di questo complesso monastico parlerò prossimamente nella pagina di questo blog dedicata alle Chiese di Genova.

      Elimina
  33. Bel lavoro...bravo! Aspetto il completamento con le porte della zona Nord della città... ! A partire da quella (pericolante, prima o poi crollerà) a fianco del santuario della Madonnetta...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Andrea,
      grazie per le Tue parole di apprezzamento.
      Prossimanente parlerò anche delle porte della zona Nord di Genova: non rimarrai deluso!

      Elimina
  34. Buongiorno e vivissimi complimenti per l'eccellente sito.
    Può confermarmi che quella citata come "Porta di Santo Stefano" corrisponde a quella che è forse più spesso nominata e conosciuta come "Porta degli Archi"?
    Grazie e ancora congratulazioni per l'ottimo lavoro.
    Marco

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Marco,
      La ringrazio innanzitutto per le Sue parole: sono felice Le piaccia il mio sito.
      Le confermo quanto da Lei scritto: Porta degli Archi e Porta di Santo Stefano sono due nomi che indicano la stessa porta

      Elimina
  35. alla cortese attenzione di Antonio Figari,
    sono rimasto veramente entusiasta della descrizione e delle fotografie dei segreti dei vicoli di Genova.
    E' un'opera davvero interessante, completa nei particolari, che suscita emozioni e fa sempre più amare la bella Genova.
    Chiedo se tale opera sia stata pubblicata su qualche edizione per poterla così conservare tra i miei libri più cari.
    Ringrazio e porgo cordiali saluti.
    Giovanni Cavallini

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Giovanni,
      La ringrazio moltissimo per le Sue parole.
      Ad oggi non ho ancora pubblicato alcunchè. Se capiterà in futuro, reclamizzerò sicuramente la cosa su questo sito.
      Un caro saluto
      Antonio

      Elimina
  36. io qui a guardarmi le immagini che "modestamente" già conoscevo....ma è sempre bello rivedere....e scoprire che l'autore sei tu.....che cosa buffa.....se mi vuoi vengo in giro con te...non dirlo a Samuele.......

    RispondiElimina
  37. Una domanda (o ipotesi) a proposito della porta Aurea: è possibile che anche il suo nome, così come quello del quartiere (che come specifichi deriva dalla dizione dialettale "port'Oria") derivi dal nome medesima famiglia detta alla latina "de auria"? O c'è qualche altra spiegazione?
    E, a proposito, è possibile che questo "auria" sia il corrispondente dialettale di "oia" ovvero oliva?
    Grazie e vivissimi complimenti per il lavoro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La tesi più accreditata è quella da Lei citata per prima: la Porta Aurea era chiamata anche "Porta D'Oria" poichè era stata costruita su terreni di proprietà di questa nobile famiglia.

      Elimina
  38. Ciao, veramente un sogno il tuo sito. Come contenuti non potrei veramente chiedere di più. I miei complimenti si aggiungono a tutti gli altri. Mi permetto solo di suggerirti un consiglio per quanto riguarda l'impaginazione del sito. Perché non mettere un link nell'indice numerato che riporti direttamente all'argomento? Facci un pensiero. Ancora bravo! Luca

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Luca,
      Ti ringrazio moltissimo per le tue parole.
      So di cosa parli, mi piacerebbe inserire le cosiddette "ancore" per rimandare direttamente dall'indice ai vari paragrafi ma purtroppo non nasco grafico e per certe cose ho bisogno di tempo e di aiuto.

      Elimina
  39. Complimenti per il sito veramente bello e interessante, per me che sono nato e cresciuto a Genova e ... ho studiato all'Arecco! ma dove continua la storia delle porte, per esempio Porta della Lanterna? Grazie e saluti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro compagno di scuola arecchino,
      grazie per le Tue parole di elogio.
      Relativamente alla Tua domanda, leggi "continua" perchè non ho ancora finito di raccontare la storia delle Porte e dunque la pagina è in continua evoluzione, insomma, la storia non è finita e continuerà!

      Elimina
  40. Ci sono ancora Porta di S. Bernardino e porta delle Chiappe,tutt'ora esistenti nel circuito delle "mura nuove" salendo verso da Manin verso il Righi. Inoltre una piccola precisazione alle "S. Caterine" nel paragrafo della Porta di Murtedo: una è S. Caterina d'Alessandria, a cui era dedicato il Monastero delle Clarisse di Luccoli (non più esistente) e ancora oggi l'omonima salita che conduceva appunto alla porta; l'altra è S. Caterina da Genova, a cui nella "vulgata" viene attribuito il titolo del Convento di Portoria (dove ella è sepolta) che in realtà è intitolato alla SS. Annunziata.

    RispondiElimina
  41. Mi scuso per gli errori di battitura... comunque complimenti per il bellissimo lavoro, attendiamo nuove!

    RispondiElimina
  42. Buongiorno, attendo impazientemente di vedere ancora esteso e arricchito questo splendido sito. A titolo di curiosità, confrontando la versione attuale di questa pagina con quella sulle chiese, mi sorge un dubbio che mi piacerebbe fosse chiarito nei due testi. Esiste un qualche nesso fra la Porta dell'Olivella e le due chiese di San Bernardo e San Bartolomeo dell'Olivella? Dal nome direi di sì, ma le due zone mi sembrano piuttosto distanti (per gli spostamenti dell'epoca) e separate da altri insediamenti. Grazie in anticipo e cordiali saluti, Marco.

    RispondiElimina
  43. Che figata queto sito... bellissimo

    RispondiElimina
  44. porta siberia ist direkt vor unser haus.

    RispondiElimina